GLI UOMINI STRESSATI PREFERISCONO LE DONNE FORMOSE

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Donne “curvy” contro donne “taglia 0”: nel confronto, di fronte a un uomo stressato, vince la donna formosa che, secondo uno studio, appare agli occhi di lui come più matura e affidabile e, forse, anche più “consolatoria”, che dà sicurezza.
La donna formosa è dunque più ben vista dall’uomo sotto stress finanziario o lavorativo , ritengono gli psicologi londinesi dell’Università di Westminster che hanno condotto uno studio pubblicato su PLoS ONE.
Lo ritengono dopo aver reclutato 80 uomini sani, di peso normale, e di cui la metà sono stati sottoposti a stress per mezzo di un’intervista di gruppo piuttosto impegnativa e progettata in modo che li facesse sentire a disagio. L’altra metà del gruppo non ha subìto alcuna intervista stressante.
Dopo questa prima fase tutti i volontari sono stati invitati a osservare delle immagini di donne di varia taglia: dalla più piccola alla più grande, ossia da molto magra a obesa – con tutti i passaggi intermedi.
I risultati delle scelte hanno subito mostrato che tutti gli uomini tendevano a scartare gli estremismi, ovvero le troppo magre e le troppo grasse. Tuttavia, gli appartenenti al gruppo sottoposto a stress hanno mostrato una spiccata preferenza per le donne curvy, in carne. A differenza, i partecipanti del gruppo di controllo hanno mostrato di preferire le donne più magre.
Secondo il dottor Viren Swami e colleghi, la scelta per le donne formose può essere dettata dal senso di maggiore sicurezza che queste infondono e dalla possibilità che siano in grado di gestire meglio una crisi – che sia economica che di lavoro, finanche di relazione. Per cui i ricercatori ipotizzano che la dimensione del corpo possa fungere da importante segnale di maturità fisica e psicologica.
Secondo quanto mostrato nello studio, i ricercatori ritengono che le preferenze fisiche delle persone in fatto di partner possano cambiare a seconda delle circostanze. Questo processo lo chiamano “Ipotesi di Sicurezza Ambientale”, per cui una donna che presenti certe caratteristiche, a seguito di determinate situazioni, può comunicare attributi specifici ricercati dalla persona di sesso opposto in quel momento. Tra questi, la forza, il controllo e l’indipendenza.
Insomma, in un periodo d’incertezza per il futuro e crisi come questo le donne formose pare possano avere più possibilità di trovare il proprio partner, se ancora non ce l’hanno: non resta che mettersi in mostra.

INCONTRARSI A PRANZO CON L’EX SCATENA LA GELOSIA

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Stando a una ricerca uscita su PLos One, condividere il pasto con l’ex fa aumentare nel partner la percezione del rischio, suggerendo che sedersi a tavola insieme implichi anche qualcosa di più. Una situazione percepita come più intima da uomini e donne: è interessante, sottolineano infatti gli studiosi, che non siano state trovate differenze significative in termini di gelosia nei partecipanti allo studio di sesso maschile rispetto a quelli di sesso femminile.
Il dottor Kevin Kniffin insieme a Brian Wansink di Cornell University hanno analizzato le risposte di un gruppo di studenti universitari cui era stato chiesto di valutare il grado di gelosia di fronte a diverse ipotetiche occasioni di contatto fra ex partner. Risultato: pranzo e cena battono il caffè – anche se quello mattutino risulta comunque meno pericoloso di uno nel tardo pomeriggio, più allusivo – come  fattori scatenanti la gelosia, davanti a scambi di email o telefonici.
“Alla luce del fatto che la commensalità è parte del tessuto delle relazioni più intime fra le persone”, scrivono gli autori nel loro lavoro, “diventa chiaro che la pratica di mangiare insieme può avere un significato funzionale che va al di là del mero consumo di calorie”. Mangiare insieme, argomentano, implica componenti fisiche e sociali. “E il fatto che la commensalità al di fuori della coppia faccia scattare reazioni di gelosia porta a pensare che le persone riconoscono che mangiare insieme tenda a implicare, o a portare, a qualcosa che va al di là del solo cibo”.
Negli intervistati, il grado di “rodimento” è risultato quindi più elevato quando, incontrando l’ex, c’era di mezzo una tavola apparecchiata. Potenzialmente galeotta? Almeno su questo, uomini e donne sono d’accordo.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

FA’ MALE AI RAPPORTI DI COPPIA DORMIRE POCO

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L’incomprensione tra due amanti può essere causata dalla scarsa qualità del sonno notturno.
Dormire poco e male vuol dire possedere meno energia e forza per mandare avanti una relazione con il risultato che i partner iniziano a sentirsi trascurati e poco amati. La scoperta è stata effettuata da un nuovo studio dell’Università della California.
Secondo la ricerca, chi dorme male è meno propenso ad apprezzare l’importanza dell’amore, a ringraziare il partner per la sua presenza e il suo affetto e tende di più a dare per scontato il rapporto sentimentale. Dormirci su e bene per evitare che la coppia scoppi è il consiglio del team di ricercatori californiani coordinato dalla psicologa Amie Gordon.
Lo studio è stato presentato al meeting annuale della Society for Personality and Social Psychologists a New Orleans. I risultati offrono una prova convincente del fatto che una notte di sonno cattivo riduce la sintonia e la sensibilità tra i partner, dimostrando che la qualità dell’amore è condizionata dalle ore di sonno reciproche di una coppia. Poco sonno significa, stando allo studio, più nervosismo e meno predisposizione ad apprezzare l’altro.

Dott. Roberto Cavaliere

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5 VERITA’ SCIENTIFICHE SULL’AMORE E LA VITA DI COPPIA

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  • Il vostro partner si è addormentato dopo il rapporto? Niente paura. Secondo una ricerca dell’Università del Michigan, è un segnale di unione e affiatamento della coppia.
  • L’amore materno e l’amore di coppia sono più simili di quanto immaginiamo. L’ Istituto Max Planck di Tubinga, in Germania, ha effettuato una serie di esperimenti sull’argomento dimostrando che in entrambi i casi vengono coinvolte le stesse aree celebrali. Detto in altro modo, una mamma reagisce alla vista del figlio come davanti alla persona amata.
  • Uomini che fanno ridere, donne che ridono. In uno studio condotto dalla Cornell University su un migliaio di persone tra i 18 e i 24 anni, è emerso che le qualità più apprezzata per la scelta del partner è la fedeltà, seguita dall’attrazione fisica e dall’impegno per creare una famiglia, lasciando lo status sociale e la ricchezza in quarta e quinta posizione. D’altra parte, in un altro studio della McMaster University in Ontario, Canada, si è concluso che l’umorismo facilita le relazioni, ma in modo diverso tra uomini e donne. Le donne vogliono uomini che le facciano ridere, mentre gli uomini vogliono donne che apprezzano il loro umorismo.
  • Per farlo lavorare, prima la convivenza. Una ricerca pubblicata sul Journal of Family Issues sostiene che l’uomo svolge più lavori domestici se prima del matrimonio ha passato un periodo di convivenza con il partner.
  • Più divorzi prima dei 25 anni. Secondo i ricercatori dell’Università di Washington, sposarsi prima dei 25 anni di età aumenta in maniera significativa il rischio di divorzio, soprattutto quando la donna è più grande.

L’AMORE SECONDO LA SCIENZA NON ESISTE

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L’amore è solo un’illusione secondo la scienza. L’innamoramento, infatti, sarebbe solo una questione di chimica. A causarlo sarebbero due neurotrasmettitori: la dopamina e l’ossitocina. Il cervello li produce nel momento in cui si vivono situazioni piacevoli: cibo, droghe oppure l’atto stesso del fare l’amore stimola la produzione nel nostro cervello di dopamina e ossitocina. Questi neurotrasmettitori forniscono energia, ed è il motivo per il quale, durante l’innamoramento, riusciamo a rimanere svegli più a lungo o a prolungare l’attività fisica.

A dimostrarlo è stato uno studio sulle arvicole della prateria. Questa specie di roditore è monogama, gli esemplari, quando trovano un compagno o una compagna, rimangono legati per tutta la loro vita. Il legame che si crea, infatti, è indissolubile. Quando uno dei due muore, l’altro non cerca altri partner. Durante l’esperimento, gli scienziati hanno somministrato un inibitore in grado di bloccare la produzione di ossitocina. Al desiderio di rimanere con il partner, si è quindi contrapposto quello di diffondere il proprio semeAbigail Marsch ha descritto lo studio in un video di American Chemical Society. Dunque, l’amore, secondo la scienza, in realtà non esiste.

Roberto Cavaliere

L’AMORE NASCE NEL CERVELLO ?

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Cos’è l’amore? Da dove nasce? Sembra incredibile, ma oggi possiamo affermare con sicurezza che l’amore non nasce dal cuore, né dall’anima. L’amore è nel cervello. E questo è un aspetto molto interessante, perché è proprio dal cervello che nascono tutte le nostre emozioni, i nostri sentimenti e le nostre paure.
Ormai da anni la ricerca scientifica ha evidenziato come i meccanismi dei sentimenti siano strettamente legati alla presenza o all’assenza di alcune sostanze chimiche nel corpo. Anche l’amore romantico è soggetto alle leggi della chimica, soprattutto nella fase iniziale, caratterizzata da sensazioni sessuali ed emotive molto intense.
L’innamoramento è strettamente correlato agli effetti della feniletilamina e alla produzione elevata di dopamina e norepinefrina (associate ad una bassa attività di serotonina nel cervello). La feniletilamina è un ormone della classe delle anfetamine che l’organismo produce naturalmente, dagli effetti simili a quelli provocati da certe droghe o dagli sport estremi, come la riduzione dell’appetito e l’iperattività, che si riscontrano tipicamente in una persona innamorata.
Ma l’azione della feniletilamina non finisce qui. Questa infatti stimola il rilascio delladopamina, un neurotrasmettitore che agisce su numerosi processi fisici epsicologici. Quando un evento è più felice di quanto fosse sperato, la dopamina emette un segnale di felicità i cui effetti euforizzanti spingono a ripetere l’esperienza. Questo è il motivo per cui si sviluppa un forte attaccamento verso l’altra persona e la necessità di sentirla e vederla spesso.

Dott. Roberto Cavaliere

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IL WEB COME VEICOLO DEL TRADIMENTO

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La televisione e il web come veicolo del tradimento. A quanto pare, sarebbero i vecchi e i nuovi media i principali responsabili dell’aumento delle cosiddette scappatelle, almeno stando a un recente studio della Nature Science Foundation. La NSF ha scoperto che ben il 23% degli uomini tradisce e, dato in netta crescita, lo fa anche il 19% delle donne. Quella che una volta era una prerogativa piuttosto maschile, dunque, sta diventando un costume decisamente diffuso anche tra il gentil sesso (o l’altra metà del cielo, come preferite).
Le colpe della televisione sarebbero quelle di aver rappresentato una realtà troppo lasciva, di aver insomma sdoganato il tradimento a pratica talmente comune da essere diventata ormai normale, quasi accettata verrebbe da dire. A furia di film e serie tv in cui la gente si tradisce in continuazione, è passato il messaggio sociale che il tradimento non è più una macchia, un’onta che rimane indelebile sulla propria (e sull’altrui) persona.
Per quanto riguarda il web, invece, sarebbero i social network i principali fautori del tradimento. In particolare Facebook, il social network di Mark Zuckerberg utilizzato ormai da centinaia di milioni di utenti in tutto il mondo. In particolare, le donne sembrano utilizzare Facebook per condividere foto e stati e per spulciare le bacheche altrui. E tra un profilo e l’altro, ecco spuntare il vecchio compagno di liceo, o magari quella vecchia fiamma che sembrava ormai dimenticata… e invece sotto alle cenere cova ancora un fuoco ardente. Secondo l’Associazione Matrimonialisti Italiani, infatti, Facebook sarebbe la causa di quattro divorzi su cinque. Un’enormità, se pensiamo che il social network di Zuckerberg è nato soltanto nel 2004, ma che la sua popolarità in Italia è esplosa soltanto negli ultimi quattro o cinque anni.

Dott. Roberto Cavaliere

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LE CINQUE REGOLE PER UN AMORE DURATURO

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(AGI) – Washington, 11 gen. – Un nuovo studio dell’Universita’ dell’Illinois svela le cinque strategie da adottare per mantenere salda una relazione sentimentale ed evitare che la coppia “scoppi” con il passare del tempo. Le cinque regole per l’amore eterno sono:
  1. l’apertura,
  2. la positivita’,
  3. la sicurezza,
  4. la divisione dei compiti e
  5. la condivisione delle reti sociali.
  La ricerca “A meta-analytic review of relationship maintenance and its correlates” e’ stata condotta da Brian Ogolsky e pubblicata sul Journal of Social and Personal Relationships. Per rilevare le cinque regole del vero ed eterno amore, il team ha effettuato una meta-analisi di trentacinque studi e 12273 report scientifici sui rapporti di coppia. La prima regola – l’apertura – si ottiene ascoltando le ragioni e le sensazioni del partner evitando di parlare piu’ spesso o esclusivamente delle proprie. La positivita’ prevede invece la promozione di una interazione con il partner fondata sul divertimento, l’ironia e l’ottimismo. La terza strategia riguarda il rassicurare spesso l’altro sulla propria volonta’ di impegnarsi a lungo termine nella relazione. “Per fare in modo che un rapporto duri e’ importante anche dividere le faccende domestiche e gli oneri della convivenza, la nostra quarta regola”, ha spiegato Ogolsky. Al quinto posto la condivisione degli amici e dei contatti sociali “per non escludere l’amore dalla nostra vita sociale. Un errore che finisce per allontanare i membri della coppia”. Lo studio ha dimostrato che la promozione di una singola regola rende piu’ semplice l’adozione di tutte le altre. (AGI) .

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UN SORRISO PER ADDOLCIRE LE DONNE

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Un semplice sorriso per addolcire le donne: è questo, secondo gli studiosi dell’Università di Granada (Spagna) il segreto per ammansire le rappresentanti del ‘gentil sesso’ e portarle a essere più gentili. Secondo i ricercatori, infatti, il sorriso sulla bocca degli uomini porta le donne a cambiare la percezione che hanno di loro e del loro  linguaggio del corpo.
Ben tre gli esperimenti che hanno portato a questi risultati, confermati anche nel caso in cui l’uomo si presentava come figura dominante: i ricercatori hanno rilevato che quando manifestava un sorriso smagliante alle donne, queste reagivano con maggior accondiscendenza alle richieste che venivano loro fatte. Gli studiosi hanno anche notato che, davanti a un sorriso dell’altra metà del cielo, le donne tendono a «farsi piccole» e ad assumere una postura di maggior sottomissione.
C’è un modo per non cadere nella trappola dell’incantesimo del sorriso del «sesso forte», spiegano gli esperti del settore: soprattutto sul posto di lavoro, quando cedere a un sorriso per una donna significa magari fare un favore o svolgere una mansione che altrimenti non si sarebbe acconsentito a fare, le rappresentanti del «gentil sesso» devono sapere in anticipo ciò che possono aspettarsi dagli uomini e conoscere con esattezza quello che loro stesse vogliono.
Tra quello che viene detto e il linguaggio del corpo, quindi, per le donne sembra essere più importante quest’ultimo, spiega spiega Patti Wood, esperta del settore: «Quando c’è dissonanza tra ciò che viene detto e come il corpo agisce, le donne guardano maggiormente al corpo. E se vedono un sorriso, l’interazione sembra loro più amichevole».

 

Al contrario, se le donne smettono di sorridere, ogni tanto, può significare rafforzare il loro ruolo e la loro posizione, perché sorridere troppo rende il messaggio più debole: «Se una donna sorride mentre sta facendo una dichiarazione importante fa apparire le donne più subordinate, e la dichiarazione più debole».
FONTE :http://salute24.ilsole24ore.com/articles/14960-dimmi-di-si-se-l-uomo-sorride-anche-la-donna-e-piu-gentile

Dott. Roberto Cavaliere

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PIU’ MATRIMONI, MENO CRIMINI

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Essere sposati aiuta a diminuire la criminalità: le persone coniugate, infatti, hanno più autocontrollo di quelle single. A dimostrarlo è uno studio pubblicato online su Criminology and Criminal Justice guidato della Monash University (Australia), che ha esaminato le variazioni nel consumo di marijuana e nell’autocontrollo in relazione all’età e allo stato civile. «La maggior parte delle persone sembrano sviluppare un maggiore autocontrollo con il passare degli anni – spiega Walter Forrest, criminologo della Monash University, uno degli autori dello studio – ma le persone sposate sembrano sperimentare un incremento dell’autocontrollo indipendentemente dall’età». Dallo studio – guidato da Forrest in collaborazione con Carter Hay, docente della Florida State University – è anche emerso che i giovani consumatori di marijuana che finiscono con lo sposarsi hanno meno probabilità di continuare a usare la sostanza rispetto a coloro che, invece, rimangono single.
Lo studio si è basato sui dati raccolti dal National Longitudinal Survey of Youth, un sondaggio a livello nazionale che riguarda le abitudini di vita di adolescenti e giovani adulti americani. Secondo gli studiosi il matrimonio aiuta a ridurre la criminalità perché nel commettere reato le persone coniugate sentono di avere più da perdere, e anche perché tendono aimmedesimarsi nel coniuge e a pensare a come agirebbe nella medesima situazione. Non solo: le persone sposate avrebbero anchemeno possibilità di «cadere in tentazione» perché, conclude Forrest, «trascorrono meno tempo in situazioni che potrebbero portare alla criminalità e in compagnia di persone che potrebbero incoraggiare a commettere il crimine».

Dott. Roberto Cavaliere

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