IN CHIESA LA RICERCA DEL PARTNER IDEALE

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Andare a messa per trovare marito o moglie? In fondo, la fede, non solo quella nuziale, è anche questo. Tra le motivazioni che spingono a seguire le funzioni religiose ci sarebbe infatti anche quella di trovare l’anima gemella. Con requisiti difficili da trovare altrove se non in Chiesa. Affidabilità, valori condivisi, una minore predisposizione all’adulterio.

A sostenerlo è una ricerca condotta da Jason Weeden, ricercatore dell’università statale dell’Arizona, negli Stati Uniti. Risultato? Rispetto ad altre caratteristiche come l’età, il sesso, o la ricerca di un contatto con il divino, la possibilità di trovare un compagno di vita in preghiera accanto a noi risulta, secondo Weeden, la spinta più decisiva.

L’analisi è stata condotta su oltre 22mila fedeli che frequentano il culto delle chiese cristiane americane. E nel rispetto del credo biblico “andate e moltiplicatevi”, la ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, indica come primo fattore di scambio tra i banchi della Chiesa un’empatia particolare su come crescere i bambini, sulla famiglia e sul sesso. Una delle preoccupazioni inconsce per cui ci si innamora in Chiesa sarebbe infatti quella di minimizzare il rischio di un tradimento. Al resto, spiegano i ricercatori, ci pensa la comunità che ha un efficace ruolo di controllo e protezione per entrambi i partner.
Data: 27-09-2008

Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/44_A_Messa_in_cerca_del_partner_ideale_.php

 

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it

QUANDO IL SESSO CURAVA IL MAL D’AMORE

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Tra relazioni contrastate e passioni non corrisposte, le pene d`amore hanno tormentato l`anima e il corpo di amanti di tutte le epoche: i medici dell`Inghilterra elisabettiana avevano addirittura identificato una vera e propria patologia con tanto di sintomi e terapie. È quanto emerge dalle ricerche di Lesen Dawson, studiosa dell`Università di Bristol.

Dawson afferma che lettere, diari, ricette mediche, testimoniano che uomini e donne tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo credevano che l`intensità della loro passione erotica li esponesse a gravi rischi per la salute fisica.

Gli studiosi dell`epoca credevano che la frustrazione sentimentale comportasse un aumento della temperatura corporea e della tensione a cui il corpo è sottoposto. Gli anatomisti riferivano di aver visto nei cadaveri sezionati di individui che pensavano fossero morti per troppo amore, cuori letteralmente “bruciati” e diversi danni fisici.

I personaggi shakespeariani hanno, però, qualche consiglio da elargire a un moderno Romeo dal cuore infranto: per guarire le pene d`amore bisogna mantenersi occupati, fare attività fisica o confessare la propria passione a un amico. Anche musica e viaggi sono considerati ottimi espedienti per distogliere da un`insana passione. Ma non è tutto. I medici elisabettiani ritenevano che il rimedio migliore per sanare le ferite d`amore fosse il sesso.

La medicina del tempo era infatti convinta che l`attività sessuale permettesse all`innamorato infelice di espellere umori e liquidi che altrimenti avrebbero finito per infettare anima e corpo. Niente salassi, clisteri, diete particolari o quadri astrali, quindi. Quando l`oggetto del desiderio rifiutava il corteggiamento, meglio ripiegare in fretta su altri obiettivi.
Data: 21-10-2008

Fonte e articolo completo:http://salute24.ilsole24ore.com/salute/lei_e_lui/774_Tra_pizzi_e_sottane:quando_il_sessocurava_il_mal_d_amore.php

TELEVISIONE E SESSO

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WASHINGTON – Gli adolescenti e le adolescenti americani che guardano molto sesso alla tv – show come “Sex and the city” a esempio – fanno due volte tanto l’amore di quelli che non lo guardano, e provocano il doppio delle gravidanze. Lo riferisce l’autorevole rivista Pedriatics della Accademia di medicina infantile che dal 2001 al 2004 ha condotto una ricerca su 2.000 ragazzi e ragazze dai 12 ai 17 anni.

IL RUOLO DELLA TV – Secondo i ricercatori, più sesso, o anche solo più dibattiti su di esso vengono trasmessi alla tv, più i giovani finiscono per praticarlo. Anita Chandra, la direttrice della ricerca, ricerca che ha destato molto scalpore, ha ammonito che l’aumento delle gravidanze tra le teenagers è dovuto soprattutto «al forte contenuto sessuale di alcuni programmi tv», e ha citato anche «Friends» e »That ’70 show» nonchè altri sceneggiati. Nei quattro anni della nostra ricerca, ha protestato la Chandra, «lo abbiamo visto raddoppiare e farsi sempre più esplicito. Il risultato è che molti ragazzi e ragazze diventano sessualmente attivi prima del normale».

GRAVIDANZE E PICCOLO SCHERMO – La direttrice della ricerca di Pediatrics ha ammesso che altri fattori possono influire sul comportamento sessuale dei teenagers, ma ha insistito che «il legame tra le gravidanze e la tv è innegabile». La nostra cultura, ha asserito, esalta il sesso, i media soprattutto, alla tv lo si vede anche nei cartoni animati: «Le famiglie devono verificare quali show i figli seguono e spiegare che il sesso può portare a gravidanze non volute e malattie. E la tv deve moderarsi da sola, senza cadere nella censura». Anita Chandra ha spiegato di avere analizzato i 23 show preferiti degli adolescenti e delle adolescenti americane e di avere scoperto che nel corso di un anno «si vedono centinaia di scene e si sentono centinaia di dialoghi titillanti». E ha suggerito altre ricerche per rimediare al fenomeno. Ma le sue conclusioni, riportate in prima pagina dal Washington Post, le prime del genere, hanno innescato accese polemiche sulla libertà sessuale dei giovani. Il governo Bush ha cercato di contenerla finanziando con un miliardo di dollari corsi sull’astinenza nelle scuole, nelle chiese ecc. Governatori come Arnold Schwarzenegger in California hanno reso invece obbligatorio l’insegnamento del sesso. Nessuno tuttavia ha riscorso un grande successo: Kalleen Kaye della Campagna per la prevenzione delle gravidanze non volute delle teenagers ha lamentato che «la situazione sta peggiorando». Il problema non è limitato alle minori di 18 anni: in America, quasi un terzo delle nascite è dovuto alle «single», le ragazze madri.

03 novembre 2008

Fonte e articolo completo:http://www.corriere.it/salute/08_novembre_03/sesso_in_tv_aumento_attivita_sessuale_teenager_usa_6421649e-a9cb-11dd-bcaf-00144f02aabc.shtml

 

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L’AMORE E’ QUESTIONE DI MANI

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Non ci innamoreremmo mai di un termosifone né usciremmo mai con una stufa, ma forse è giusto sapere che non sarà più possibile dopo una stretta di mano un po` freddina rispondere “mani fredde cuore caldo”. Secondo una ricerca dell`Università di Yale, che sarà pubblicata oggi sulla rivista Science, il calore corporeo guida l`interpretazione dei nostri sentimenti nei confronti degli altri e quindi una mano calda può essere d`aiuto.

Quella persona è fredda. Per un proverbio che se ne va, un`altra espressione tipica resiste. Quando si dice di una persona distaccata e un po` scostante che è fredda non si sbaglia. Lo stesso quando si definisce “calda” una persona cordiale e socievole. A dimostrarlo gli esperimenti dei ricercatori. Anche un cappuccino o un thè bollente possono fare la differenza. I test hanno dimostrato che è più facile giudicare positivamente al primo sguardo una persona che sorseggia una bevanda calda, rispetto a una che ne manda giù una con ghiaccio.

Sconosciuti in ascensore. Per provare la loro ipotesi gli esperti di Yale, guidati dallo psicologo Lawrence Williams, hanno preparato un percorso per i partecipanti al test: dovevano arrivare al quarto piano per raggiungere il laboratorio e nel frattempo prendere un ascensore nel quale incontravano un ricercatore in incognito e un po` maldestro, che chiedeva un aiuto per reggere una bevanda calda o una fredda. Arrivati nel laboratorio dovevano rispondere a un questionario su un soggetto immaginario. I ricercatori hanno scoperto che chi aveva tenuto tra le mani una tazza di caffè caldo descriveva la persona come socievole e generosa, al contrario chi aveva portato su una bevanda fredda definiva la stessa persona egoista e antisociale.

Data: 24-10-2008

Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/816_M_ama_o_non_m_ama_�_una_questione_di_mani.php

L’AMORE SU FACEBOOK E’ DIVENTATO UNA TRUFFA

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«Arrestata per errore, devo pagare l’avvocato»: gli spilla 23 mila euro
«CHIEDO AIUTO». La giovane, 24 anni, racconta di non avere soldi, l’uomo, 28 anni, le invia diverse somme e cointesta l’auto Innamorarsi su «Facebook» e trovarsi col conto prosciugato «grazie» all’amata che poi nella realtà non era la «bellezza» immortalata nella foto postata nel profilo dalla ragazza. Alla fine l’innamorato truffato si è rivolto alla polizia denunciando l’accaduto.
Lui è mestrino, ha 28 anni, un lavoro sicuro e un gruzzoletto in banca. Anzi, aveva. Lei ha 24 anni, abita a Treviso ed è di origine nomade anche se da tempo la sua famiglia è stanziale. La vicenda ha inizio alcuni mesi fa. Il giovane come milioni di persone si iscrive alla community che in questo momento va per la maggiore. E in quel luogo d’incontro virtuale conosce una ragazza con cui messaggia. E’ una bella ragazza. Almeno stando alla foto che c’è nel profilo. Un messaggio tira l’altro. La reciproca simpatia si trasforma ben presto in attrazione. Reciproca, sembra. Stando a quanto anche lei sostiene nei messaggi. Di sicuro lui perde la testa per la giovane. Ad un certo punto il ragazzo vuole andare al sodo e incontrare la giovane. E qui comincia la vicenda comica. La ragazza risponde che le piacerebbe molto ma non può incontrare nessuno tranne i famigliari e tantomeno uscire di casa. Gli spiega di trovarsi agli arresti domiciliari perché sorpresa dai carabinieri in un cantiere edile è stata arrestata per furto. Anche se «naturalmente» lei non centra nulla. E non può far nulla visto che non ha 2.600 euro per l’avvocato che deve presentare la richiesta di libertà al Tribunale del riesame. E che problema c’è? Ci pensa lui, l’innamorato che brama per vederla. Ecco pronti i soldi in contanti. E siccome lei non può uscire, manda all’appuntamento il padre. Si raccomanda col ragazzo di non dire al padre il motivo dell’incontro e di consegnargli una busta chiusa con i soldi. Questo perché se il padre sa il motivo, dice lei, la riempie di botte. Naturalmente la «liberazione» della ragazza non è così automatica come spera il giovane che deve attendere e si deve accontentare degli incontri virtuali. E tra un sospiro, un bacio e l’amore declamato, tutto virtualmente, il tempo passa. Ma i soldi per l’avvocato non bastano. E ci mancherebbe altro. Ne servono altri e per questo la ragazza si rattristisce. Nei messaggi le faccine tristi si sprecano e lui naturalmente la consola. Non solo virtualmente, ma aprendo il portafogli. O meglio attingendo denaro dal conto corrente. Altro incontro col padre e altri soldi nella busta destinata all’amata. In tutto lui sborserà 23.200 euro.
I due parlano di tutto. Delle loro famiglie, dei loro lavori, della quotidianità e di quanto sarà bello quando potranno vedersi di persona. Ma la quotidianità è fatta anche di difficoltà. Ne sa qualche cosa anche il padre della ragazza che lavora come restauratore di opere lignee in chiese della Croazia. Ha problemi perché rotta l’auto non può acquistarne una. E che problema c’è? Ci pensa il giovane innamorato. Basta poco, una visita ad una concessionaria di Mestre e un’auto nuova viene acquistata. Questa volta però viene presa una piccola precauzioone: l’auto è intestata al ragazzo e al padre dell’amata. Ma l’auto naturalmente finisce in Croazia dove la usa il padre restauratore.
Ma finalmente arriva il momento tanto atteso: i due giovani si possono incontrare. Si trovano a Treviso a casa della ragazza. E qui il mestrino si rende conto di essere stato ingannato. Anche perché la foto che la ragazza ha postato nel profilo risale a diversi anni prima e lei ora ha una ventina di chili in più. Scopre altre discrepanze rispetto a quanto raccontato dalla tanto virtulmente amata. E alla fine si rivolge alla polizia e sporge denuncia per truffa.
Ma molto probabilmente vedrà ben pochi soldi. Anche se la foto non era recente.(28 ottobre 2008)

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Dott. Roberto Cavaliere

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COME LITIGANO OGGI LUI E LEI

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ROMA – L’amore non vince tutto. Perde miseramente, ad esempio, al cospetto di oggetti casalinghi piuttosto pacifici come: il dentifricio, le chiavi della macchina, la macchina stessa; il cesto della biancheria, la lavatrice, il water, il telecomando ed il telefono. Quando una coppia confessa che da venti anni discute sempre delle stesse cose, intende dire che discute di una delle cose di cui all’elenco precedente. Ma non ci si lascia perché il dentifricio è spremuto male, o per la durata delle telefonate dopo cena: anzi, più spesso si sta insieme grazie a questo.
Così afferma il nuovo saggio del sociologo francese Jean-Claude Kaufmann, da lui intitolato (piuttosto benevolmente) “Le baruffe d’amore”, eedito dal Mulino (16 euro): “L’irritazione per l’altro è una stranissima sensazione, che pure svolge un ruolo decisivo nella strutturazione della coppia”, racconta l’autore. Le storie sono state raccolte dallo staff di Kaufmann attraverso annunci sui giornali, e il sociologo ha poi tenuto con le coppie volontarie lunghe corrispondenze via mail: più con le donne che con gli uomini, più restii ad affrontare le questioni spinose o a parlare di vicende intime. Le coppie protagoniste sono coppie felici, perché nel libro si fa un’antropologia della vita comune, non di casi patologici. Secondo Kaufmann esiste una formidabile equazione nella vita amorosa. E cioè che 1+1 faccia 4. In quei primi mesi di fusione e di incanto, l’amore si regge sull’idea che 1+1 faccia 1, che lui e lei si comprendano, amino e rispecchino al punto da essere una cosa sola (come dice l’adagio popolare).


Ma la vera matematica delle coppie è sballata: 1 (uomo) più 1 (donna) fanno infatti 4 persone, perché ognuno si porta dentro, conficcato nel cuore e negli schemi misteriosi della nostra mente, anche il proprio schema-padre e schema-madre. Quanto agli oggetti di cui si discute nelle coppie, all’inizio della nuova avventura coabitativa o dopo trenta anni di vacanze insiemesi va dalla salsa di pomodoro al dentifricio grande, dall’immondizia alle spese al supermercato, dai risparmi in banca alle telefonate di Natale agli zii, e tutti si caricano di ogni altro conflitto latente.
I confini di queste baruffe sono imprecisi: ma dietro il marito che rimette in lavatrice le camicie appena lavate e stirate dalla moglie a 40 gradi (perché lui è un teorico dei 60 gradi e “lei me lo fa di proposito”) c’è collera e conti in sospeso. E fa ridere la moglie che confessa: “Io non posso fare l’amore con qualcuno che mi rinfaccia di aver condito male l’insalata”.
(13 novembre 2008)

Dott. Roberto Cavaliere

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UNA COPPIA SU 10 LITIGA IN LUNA DI MIELE

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Tornare depressi dopo le nozze, invece che felici e innamorati? È questa la preoccupante tendenza che si sta diffondendo fra le giovani coppie: è, infatti, in aumento il fenomeno della depressione “post-nuziale” che colpisce ormai una coppia su dieci prima, durante e soprattutto dopo una luna di miele che è diventata l’ultimo argine prima della crisi. È quanto appurato da una ricerca americana riportata sulle pagine del britannico Daily Mail.

Luna di fiele – A fare fede, spiegano gli psicologi, il boom di richieste di aiuto agli psicologi, praticamente subito dopo le nozze. Le aspettative sono troppo elevate, e la vita coniugale porta a un traumatico esaurimento, fatto di quotidianità e di litigate impreviste.
Pentite delle nozze – “Dopo tutta la pianificazione e l’eccitazione del grande giorno – dicono i medici – un numero crescente di spose entrano in sofferenza post-nuziale”. E una coppia su dieci comincia addirittura a ripensarci, prova rimorso per il grande passo appena compiuto, diventa triste. Una statistica calcolata sugli Stati Uniti, ma che secondo gli esperti si può applicare tranquillamente anche all’Europa.

Sane litigate per poi fare pace – E Internet diventa il “muro del pianto” dove sfogare le frustrazioni: secondo lo psicologo Michelle Gannon, di San Francisco, un crescente numero di giovani spose sono alla ricerca di risposte sul matrimonio nei mille siti web nati come funghi per soddisfare questi dubbi. Ma Gannon rivolge un appello agli sposini di tutto il mondo: discutere di sesso, di denaro, o del tempo libero da passare insieme, è perfettamente normale. “Pensavate di non dover più combattere una volta all’altare? – scrive lo psicologo sul Daily Mail – Ma siete umani, è normale litigare. Piuttosto siate indipendenti, e pensate che siete voi responsabili della vostra felicità”.

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DIFFERENZE FRA UOMINI E DONNE NEL TRADIMENTO

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NEW YORK
Troppo sospettosi e guardinghi, gli uomini non si fidano della fedeltà della partner anche se non hanno motivi di dubitare; ma quando lei tradisce, lui sa scoprire le corna nel 75% dei casi. Lei invece è più brava di lui a nascondere il tradimento. È quanto emerge da uno studio dello psicologo Paul Andrews della Virginia Commonwealth University di Richmond pubblicato sulla rivista Human Nature e reso noto questa settimana dal magazine New Scientist. Ma non è tutto, dallo studio è emerso pure che malgrado sia meno brava a scoprirlo in fallo e anche meno ingiustamente sospettosa del partner, lei sembra anche più abile a non farsi scoprire.
Gli psicologi hanno proposto dei questionari confidenziali a 203 giovani coppie e le differenze tra i sessi in fatto di corna sono emerse lampanti: intanto il 29% degli uomini ha ammesso di essere stato infedele contro il 18,5% delle donne. Poi lui ha mostrato di essere più guardingo di lei e molto spesso a sproposito, diffidando ingiustamente della fedeltà della partner. Però quando infedeltà c’è stata è sempre lui il più bravo a scoprirla: le sue deduzioni in fatto di fedeltà o infedeltà della partner si rivelano infatti corrette nel 94% dei casi (contro l’80% di quelle di lei), e lui nel 75% dei casi riesce a cogliere in fallo la partner fedifraga, cosa che a lei riesce solo nel 41% dei casi.

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SOLO 3 COPPIE SU DIECI FEDELI ?

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SOLO tre coppie su dieci sarebbero fedeli, secondo le ultime statistiche. Siamo un popolo di fedifraghi e l’adulterio appare ormai come una pratica igienica, spogliata di ogni senso di colpa. Tradiscono più gli adulti dei giovani, più gli uomini delle donne, più i cittadini delle metropoli che gli abitanti dei piccoli centri. La stagione più favorevole è l’estate, ed è una miccia che spesso si accende in ufficio.

Secondo l’associazione Matrimonialisti Italiani il 60 per cento dei tradimenti coniugali avviene sul luogo i lavoro. L’età più a rischio, soprattutto per gli uomini, è compresa fra i 40 e i 50 anni, e in circa il sette per cento dei processi di separazioni e divorzio sono segnalate infedeltà di tipo omosessuale. Vi è poi la nuovissima tendenza del cosiddetto adulterio virtuale, quello che si consuma via internet.

Sono 800 mila gli italiani che passano almeno quattro ore al giorno davanti al computer, in chat. Un universo parallelo, che può regalare tentazioni irresistibili, a uomini e donne, età circa 35 anni, cultura medio-alta, in buona parte coniugati. Se navigare in rete troppo a lungo comincia a essere inserito anche in Italia tra i motivi di separazione, viene dalla Gran Bretagna la notizia della prima infedeltà virtuale per la quale è stato chiesto il divorzio: lui, David Pollard, aveva una relazione su Second Life, il più incorporeo dei tradimenti.

Quanto alla vita reale, la rete pullula di guide pratiche all’adulterio, di decaloghi “per non farsi beccare”, trucchi, sotterfugi, suggerimenti, occhio agli sms e alle email, siti (per esempio tradimento. net) e social networks dove intrecciare nuove avventure con garanzia di riservatezza, con la possibilità di selezionare il profilo del partner e di scegliere persino la durata del legame. Aumentano esponenzialmente le storie di sesso fra persone che si sono conosciute online, e si moltiplicano anche i siti che vendono alibi per adulteri.

Oggi l’infedeltà sembra essere diventata uno stile di vita, quasi una moda, un’opzione di massa e sempre più sessuologi disquisiscono di “adulterio terapeutico che fa bene all’armonia della coppia”. Da scandalo a motivo di vanto, una trasgressione veniale, sdoganata, derubricata. Quasi un diritto, un’opportunità per esprimersi, in certi casi per risarcirsi, basta scorrere le varie poste del cuore.

(1 dicembre 2008)

Dott. Roberto Cavaliere

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FILM ROMANTICI NOCIVI ALL’AMORE ?

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“NEI film d’amore lui la rincorre, sale i gradini di una scala antincendio con una rosa in bocca e, sfidando vertigini e pregiudizi, le chiede di sposarlo. E anche quando non ha l’intraprendenza di Richard Gere, il protagonista delle commedie romantiche non riesce comunque a dimenticare la sua lei e vaga sconsolato per le strade di Notting Hill. Secondo gli psicologi specialisti in relazioni familiari dell’Università Heriot Watt di Edimburgo tutto questo fa male all’amore: le commedie romantiche danno una visione edulcorata della realtà e di conseguenza poco sana per la vita di coppia. Una conclusione che farà felice lo psicoterapeuta statunitense Gary Salomon, il primo nel 1997 a parlare di cineterapia, secondo il quale i film hanno un effetto preciso sui nostri equilibri mentali. Lo studio scozzese è partito da un esperimento pratico che ha coinvolto 100 volontari, ad alcuni facendo guardare commedie come Serendipity e ad altri film di David Linch. I primi, dopo aver seguito le “magiche casualità” che legano i destini di Kate Beckinsale e John Cusack, erano più propensi a credere all’amore predestinato, e comunque al di là del film avevano una concezione più “fiabesca” dell’amore. I fan di “Love actually”, “Se scappi ti sposo”, “C’è posta per te” e “Ghost” credono insomma che il prototipo dell’amore sia quello presentato da queste commedie, dove generalmente i due si innamorano, si rincorrono e alla fine, aiutati da un destino benevolo, vanno a convivere felici e contenti.
“Si tratta del primo studio sistematico su questo argomento – spiega lo psicologo Roberto Cavaliere, Presidente della Asipdar (Associazione Studio e Intervento Problematiche e Dipendenze Affettive e Relazionali) – e, per quanto riguarda gli effetti sul processo relazionale, sono assolutamente d’accordo con i risultati della ricerca. Certe commedie, così come certi libri, non aiutano a capire che la relazione di coppia è qualcosa che va progettata nel tempo, attraverso mille difficoltà. Diciamo però che questi film fanno male a chi ha già di per sé una visione patologica dell’amore. Si tratta insomma di un qualcosa che accentua un problema di fondo già esistente”. Gli amanti delle commedie romantiche, spiegano gli psicologi scozzesi, hanno in genere grosse difficoltà a comunicare con il partner, ostacolati da una concezione dell’amore poco aderente alla realtà. La responsabilità sarebbe anche di questi film, scritti per solleticare i neuroni e non per dare consigli sul modo migliore per affrontare la vita di coppia. Lo psicologo Bjarne Holmes, uno degli autori dello studio, spiega che “I consulenti matrimoniali spesso vedono coppie che credono che il sesso debba sempre essere perfetto. Ci sono persone che credono al destino: secondo loro, se qualcuno è destinato a stare con te, saprà riconoscere perfettamente le tue necessità, senza bisogno che tu gliene parli. I media hanno una grossa fetta di responsabilità nella costruzione di certi miti”. Il primo a lanciare l’allarme fu Gustave Flaubert, l’iniziatore del realismo e il creatore di un personaggio complesso come la Signora Bovary. Fu lui a parlare, quasi due secoli fa, della “diseducazione sentimentale dei romanzi d’amore”. Dopo di lui gli studiosi hanno iniziato a concentrarsi sulla cosiddetta “visione fusionale” che certi romanzi davano della vita di coppia, presentata come la fusione tra due dolci metà e non, più correttamente, come l’unione di due unità. “L’amore romantico è sempre stato descritto in modo fiabesco e irreale – conclude Cavaliere – ma le cose forse negli ultimi anni sono cambiate: le persone che hanno meno di 35 anni sono molto più disilluse, ciniche, non tutte credono all’amore romantico. Io mi scontro spesso contro giovani che non hanno nessuna fiducia nell’amore”. Studi recenti dimostrano infatti che i più romantici sono gli uomini di 53 anni: un sondaggio britannico ha analizzato il comportamento di 1000 soggetti tra i 18 e i 35 anni, dimostrando che è solo dopo i 50 anni che gli uomini si trasformano in teneri amanti tutti fiori, champagne e cenette. Al contrario dei propri figli, che omaggiano la fidanzata di un mazzo di fiori o di una cena a lume di candela solo ogni tanto, ben il 44 per cento dei “padri” lo fa abitualmente. Per non parlare del tradimento, altra spina nel fianco per i ragazzi di oggi. Le probabilità di tradire il partner in una relazione, quantificate recentemente da uno studio canadese, interessano dal 40 al 76 per cento delle giovani relazioni. Secondo i ricercatori, l’infedeltà potrebbe essere una precisa strategia di fuga per coloro che non riescono a innamorarsi davvero e prendersi delle responsabilità. E chissà che a generare tanta insicurezza non siano proprio i film alla “Notting Hill”, perfetti per farci passare dal caldo tepore del romanticismo alla doccia fredda della quotidianità. (17 dicembre 2008)
ARTICOLO COMPLETO AL SEGUENTE INDIRIZZO:

Dott. Roberto Cavaliere

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