IL DESIDERIO DELL’ AMORE ETERNO
IL DESIDERIO DELL’ AMORE ETERNO
“«S’agapò tora ke tha s’agapò pantote».
«Cosa significa?»
«Significa: ti amo ora e ti amerò per sempre».
«Ripetilo.» (Lo ripete sottovoce)
«E se non fosse così?»
«Sarà così».
Tento un ultima vana difesa: «Niente dura per sempre, Alekos. Quando tu sarai vecchio e…»
«Io non sarò mai vecchio»
«Si che lo sarai, un celebre vecchio con i baffi bianchi»
«Io non avrò mai i baffi bianchi. Nemmeno grigi».
«Li tingerai?»
«No, morirò molto prima. E allora sì che dovrai amarmi per sempre».”
💙 Questo brano di Oriana Fallaci presenta un dialogo intenso e ricco di implicazioni psicologiche, esplorando dinamiche di amore, paura e negazione della mortalità.
1. Il bisogno di rassicurazione
La richiesta di ripetere “Ti amo ora e ti amerò per sempre” sottolinea un desiderio di sicurezza e di conferma. Questo gesto è emblematico di una vulnerabilità emotiva: l’amore, per sua natura, implica un rischio di perdita e la necessità di ancorarsi a certezze, anche quando sono solo verbali. La ripetizione diventa quindi un rituale consolatorio.
2. La paura dell’impermanenza
L’affermazione “Niente dura per sempre” introduce una prospettiva razionale, quasi difensiva, che cerca di prepararsi all’inevitabilità del cambiamento Chi pronuncia questa frase potrebbe temere l’amore proprio perché lo percepisce come fragile, soggetto alla mutevolezza del tempo e delle circostanze. È una forma di autodifesa psicologica: accettare fin da subito l’idea della fine per renderla meno dolorosa.
3. La negazione della vecchiaia
Alekos respinge con forza l’idea del tempo che passa, dichiarando: “Io non sarò mai vecchio”. Questo rifiuto può essere interpretato come un meccanismo di difesa contro la paura della decadenza fisica e della perdita di sé. La vecchiaia, associata al declino, è negata per proteggere l’immagine idealizzata di sé che si vuole offrire all’altro. Alekos non vuole essere visto come vulnerabile o mortale, ma eterno e immutabile.
4. Il paradosso della mortalità e dell’amore eterno
La frase finale di Alekos – “Morirò molto prima. E allora sì che dovrai amarmi per sempre” – introduce un paradosso psicologico affascinante. Da un lato, riconosce la propria mortalità, dall’altro trasforma questa consapevolezza in una strategia per garantire l’eternità del sentimento. È come se la morte stessa potesse immortalizzare l’amore, sottraendolo al logorio del tempo.
5. Umorismo e leggerezza come difese
L’elemento ironico – “Li tingerai?” – aggiunge una sfumatura di leggerezza che maschera il peso emotivo del dialogo. L’umorismo diventa un meccanismo per alleviare l’angoscia, per distogliere lo sguardo dalla gravità del tema trattato. Tuttavia, la risposta di Alekos riporta il discorso su un piano profondo, confermando che il suo modo di affrontare l’amore è radicato nella drammaticità.
✅Conclusioni
Il dialogo riflette dinamiche psicologiche universali: il desiderio di eternità nell’amore, la paura del cambiamento e della mortalità, e i meccanismi di difesa usati per affrontare queste paure. Alekos, con la sua negazione del tempo e il suo romanticismo tragico, rappresenta un ideale d’amore assoluto e totalizzante. Il suo interlocutore, invece, incarna un approccio più realistico e razionale, che tenta di proteggersi dall’inevitabile vulnerabilità legata al sentimento amoroso. Questo confronto tra idealismo e razionalità rende il brano estremamente umano e psicologicamente complesso.
Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.
➡️Per info e contatti 3208573502 e-mail: dotcavaliere@gmail.com
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