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LA TEORIA DELL’ AMORE APPASSIONATO E DI QUELLO COMPASSIONEVOLE

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La psicologa Elaine Hatfield ha sviluppato una teoria dell’amore che distingue tra due principali tipi di amore: l’amore appassionato e l’amore compassionevole. Questa teoria è stata presentata insieme al collega Richard Rapson ed è ampiamente riconosciuta nel campo della psicologia delle relazioni.

❤️Amore Appassionato

**Caratteristiche**:
– **Intensità Emotiva**: L’amore appassionato è caratterizzato da forti emozioni e una grande intensità. Le persone in questo tipo di amore spesso provano una forte attrazione fisica e desiderio sessuale.
– **Idealizzazione del Partner**: Gli individui tendono a idealizzare il loro partner, vedendolo come perfetto o quasi perfetto.
– **Desiderio di Unione**: C’è un forte desiderio di essere vicini al partner, sia fisicamente che emotivamente.
– **Euforia e Ansia**: Questo tipo di amore può portare a sentimenti di euforia quando il partner è presente e ansia o disperazione quando il partner è assente o la relazione è in pericolo.
– **Temporalità**: L’amore appassionato tende a essere intenso ma spesso di breve durata, evolvendo in qualcosa di più stabile o svanendo nel tempo.

**Sintomi**:
– Palpitazioni, nervosismo, eccitazione.
– Pensieri ossessivi sul partner.
– Sentimenti di felicità estrema o disperazione.

💙 Amore Compassionevole

**Caratteristiche**:
– **Affetto Profondo**: L’amore compassionevole è caratterizzato da un affetto profondo e una connessione emotiva stabile e duratura.
– **Impegno e Cura**: Le persone in questo tipo di amore mostrano una forte volontà di prendersi cura del partner e di sostenersi a vicenda.
– **Interdipendenza**: Esiste un alto livello di interdipendenza, dove entrambi i partner condividono la vita e le responsabilità in modo equilibrato.
– **Fiducia e Rispetto**: La fiducia e il rispetto reciproco sono fondamentali, con una comunicazione aperta e onesta.
– **Durata**: Questo tipo di amore tende a durare nel tempo, formando la base per relazioni lunghe e stabili.

**Sintomi**:
– Sensazione di sicurezza e stabilità.
– Supporto emotivo reciproco.
– Meno dramma e più collaborazione nelle decisioni quotidiane.

✅ Evoluzione dell’Amore

Secondo Hatfield, molte relazioni iniziano con un amore appassionato che, nel tempo, si evolve in amore compassionevole. Questa transizione è vista come un segno di maturazione della relazione, dove l’infatuazione iniziale lascia il posto a un legame più profondo e significativo.

✅ Applicazioni Pratiche della Teoria

**Relazioni e Terapia di Coppia**:
– **Consapevolezza delle Fasi**: Comprendere che l’amore può evolvere può aiutare le coppie a navigare nelle transizioni senza preoccuparsi che il cambiamento significhi una perdita di amore.
– **Bilanciare i Tipi di Amore**: Le coppie possono lavorare per mantenere l’equilibrio tra l’amore appassionato e quello compassionevole, cercando di ravvivare l’intensità emotiva mentre coltivano un legame stabile e duraturo.
– **Gestione delle Aspettative**: La consapevolezza delle diverse forme di amore può aiutare le persone a gestire meglio le loro aspettative nelle relazioni, riconoscendo che è naturale che l’intensità dell’amore cambi nel tempo.

**Ricerca e Studi**:
– La teoria di Hatfield è stata utilizzata in numerosi studi per comprendere meglio le dinamiche delle relazioni e come diversi tipi di amore influenzino il benessere individuale e di coppia.

✅Conclusione

La teoria dell’amore di Elaine Hatfield fornisce un quadro chiaro per comprendere le diverse manifestazioni dell’amore nelle relazioni umane. Riconoscere e accettare che l’amore può evolvere da un’intensa passione iniziale a un affetto profondo e stabile può aiutare le persone a costruire e mantenere relazioni sane e durature.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

➡️Per info e contatti 3208573502 dotcavaliere@gmail.com

LA STORIA E LA TEORIA DEI 3 SCRIGNI IN AMORE

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La “Storia dei tre scrigni” è una famosa parabola presente nell’opera “Il Mercante di Venezia” di William Shakespeare. Questa storia si trova nel contesto della scelta che il personaggio Bassanio deve fare per conquistare la mano di Porzia, un’ereditiera. Il padre di Porzia, prima di morire, aveva stabilito un test per i suoi pretendenti: scegliere tra tre scrigni — uno d’oro, uno d’argento e uno di piombo — quello che contiene il ritratto di Porzia.

✅La Storia dei Tre Scrigni

1. **Scrigno d’Oro**:
– **Iscrizione**: “Chi mi sceglie otterrà ciò che molti uomini desiderano.”
– **Contenuto**: Questo scrigno contiene un teschio con un messaggio che avverte contro l’inganno delle apparenze.

2. **Scrigno d’Argento**:
– **Iscrizione**: “Chi mi sceglie otterrà quanto merita.”
– **Contenuto**: Questo scrigno contiene l’immagine di un buffone con un messaggio che deride la presunzione di chi crede di meritare il premio.

3. **Scrigno di Piombo**:
– **Iscrizione**: “Chi mi sceglie deve dare e rischiare tutto ciò che ha.”
– **Contenuto**: Questo scrigno contiene il ritratto di Porzia, indicando che chi lo sceglie ha diritto alla sua mano.

✅Aspetti Psicologici della Storia

La scelta tra i tre scrigni rappresenta vari aspetti psicologici e filosofici relativi alla natura dell’amore, del desiderio e del merito.

1. **Inganno delle Apparenze**:
– **Scrigno d’Oro**: Simboleggia l’attrazione per le apparenze esteriori e i beni materiali. La scelta dell’oro è un errore perché basata sul desiderio superficiale di ricchezza e bellezza.
– **Lezione**: Questo ci insegna a non lasciarci ingannare dalle apparenze, poiché la vera essenza e il valore delle cose non risiedono nella loro superficie luccicante.

2. **Presunzione del Merito**:
– **Scrigno d’Argento**: Rappresenta la presunzione di meritare qualcosa di grande valore solo perché lo si desidera. La scelta dell’argento è un errore perché implica un senso di diritto e presunzione.
– **Lezione**: Questa scelta ci mette in guardia contro la presunzione e l’arroganza, suggerendo che il vero valore non è determinato da ciò che si crede di meritare.

3. **Valore dell’Umiltà e del Rischio**:
– **Scrigno di Piombo**: Simboleggia l’umiltà, il sacrificio e la volontà di rischiare tutto per ciò che si desidera veramente. La scelta del piombo è corretta perché richiede di guardare oltre le apparenze e di apprezzare il vero valore.
– **Lezione**: Questo scrigno ci insegna che il vero amore e i valori profondi richiedono umiltà, sacrificio e la capacità di andare oltre le apparenze superficiali.

✅Implicazioni Psicologiche

1. **Valutazione del Carattere**:
– La scelta del piombo da parte di Bassanio dimostra la sua capacità di guardare oltre le apparenze e di apprezzare il valore intrinseco di Porzia, suggerendo un carattere saggio e ponderato.

2. **Riconoscimento dei Valori Interiori**:
– La storia enfatizza l’importanza di riconoscere e apprezzare i valori interiori piuttosto che quelli esteriori, un tema centrale nelle relazioni umane e nell’amore autentico.

3. **Conseguenze delle Scelte**:
– La parabola illustra come le scelte basate su superficialità e presunzione portino a risultati negativi, mentre quelle fondate su umiltà e genuinità portino a ricompense vere e durature.

4. **Sacrificio e Impegno**:
– Il messaggio “Chi mi sceglie deve dare e rischiare tutto ciò che ha” sottolinea che il vero amore e il vero valore richiedono sacrificio e impegno, insegnando che le cose di grande valore spesso richiedono un prezzo da pagare.

✅ Conclusione

La storia dei tre scrigni in “Il Mercante di Venezia” di Shakespeare è una parabola ricca di significati psicologici e morali. Essa esplora temi come l’inganno delle apparenze, la presunzione, l’umiltà e il valore del sacrificio. Attraverso questa storia, Shakespeare ci invita a riflettere sulle nostre scelte e su ciò che consideriamo veramente prezioso, enfatizzando l’importanza di guardare oltre la superficie per trovare il vero valore nelle persone e nelle relazioni.

Dottor Roberto Cavaliere Psicoterapeuta. Studio professionale in Milano, Roma e Salerno. Possibilità di effettuare sedute tramite videochiamata.

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LASCIA ANDARE NELLE RELAZIONI

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LASCIA ANDARE…
le persone che non sono pronte ad amarti.
Questa è la cosa più difficile che dovrai fare nella tua vita e sarà anche la più importante.
Smetti di avere conversazioni difficili con persone che non vogliono cambiare. Smettila di essere presente per le persone che sono indifferenti alla tua presenza.
So che il tuo istinto è fare del tuo meglio per essere apprezzata da chi ti circonda, ma è un impulso che ti ruba tempo, energia, salute mentale e fisica.
Quando inizi a lottare per una vita con gioia, interesse e impegno, non tutti saranno pronti a seguirti in quel luogo.
Ciò non significa che devi cambiare chi sei, significa che devi lasciare andare le persone che non sono pronte ad accompagnarti.
Se sei esclusa, insultata, dimenticata o ignorata dalle persone a cui dedichi tempo, non ti stai facendo un favore continuando a offrire loro la tua energia e la tua vita.
La verità è che non sei per tutti e tutti non sono per te.
Questo è ciò che rende così speciali gli incontri con persone con cui hai amicizia o amore reciproci. Saprai quanto è prezioso perché hai sperimentato ciò che non è.
Più tempo passi cercando di farti amare da qualcuno che non ne è capace, più tempo sprechi privandoti della possibilità di quella connessione con qualcun altro.
Ci sono miliardi di persone su questo pianeta e molte di loro si trovano con te al tuo stesso livello di vibrazione e condividono la direzione in cui anche tu stai andando.
Più a lungo rimani piccola, invischiata nella familiarità delle persone che ti usano come un cuscino, un’opzione di secondo piano, un terapista e una guida per il loro lavoro emotivo, più a lungo ti tieni fuori dalla comunità che desideri.
Forse se smetti di apparire, sarai meno cara.
Forse ti dimenticheranno completamente.
Forse se smetti di provarci, la relazione cesserà.
Forse se smetti di inviare messaggi, il tuo telefono rimarrà buio per giorni e settimane.
Forse se smetti di amare qualcuno, l’amore tra di voi si scioglierà.
Questo non significa che tu abbia rovinato una relazione. Significa che l’unica cosa che teneva la relazione era l’energia che tu e solo tu mettevi dentro di lei.
Questo non è amore, è attaccamento.
Quando ti renderai conto di questo, inizierai a capire perché sei così ansiosa quando passi il tuo tempo con persone che non ti corrispondono e in lavori o luoghi o città che non ti convengono.
Inizierai a renderti conto che la cosa più importante che puoi fare per la tua vita, per te stessa e per tutti quelli che conosci è proteggere la tua energia più ferocemente di qualsiasi altra cosa.
Fai della tua vita un rifugio sicuro in cui dai il permesso di entrare solo alle persone che possono prendersene cura, sentirti e connettersi a te.
È il tuo lavoro renderti conto che sei TU l’amore della tua vita, e finalmente incarnare dentro di te, l’amore che pensi di meritare.
Decidi che meriti una vera amicizia, un vero impegno e un amore completo con le persone che sono sane e prospere.
Allora aspetta solo per un attimo e guarda quanto velocemente tutto inizia a cambiare.
(Anthony Hopkins)

Dott. Roberto Cavaliere  Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa).

Possibilità di effettuare consulenze telefoniche e tramite videochiamata

per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

L’ AMORE CI TRASCINA IN UN UNIVERSO INSOLITO

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Confesso che la ragione si smarrisce di fronte al prodigio dell’amore, strana ossessione che fa sì che questa stessa carne, della quale ci curiamo tanto poco quando costituisce il nostro corpo, preoccupandoci unicamente di lavarla, di nutrirla, e fin dov’è possibile – d’impedirle che soffra, possa ispirarci una così travolgente sete di carezze sol perché è animata da una individualità diversa dalla nostra, e perché è dotata più o meno di certi attributi di bellezza su i quali, del resto, anche i giudici migliori son discordi. Di fronte all’amore, la logica umana è impotente, come in presenza delle rivelazioni dei Misteri: non s’è ingannata la tradizione popolare, che ha sempre ravvisato nell’amore una forma di iniziazione, uno dei punti ove il segreto e sacro s’incontrano. E per un altro aspetto ancora, l’espressione sensuale si può paragonare ai Misteri, in quanto il primo contatto appare al non iniziato un rito più o meno pauroso, violentemente diverso dalle funzioni consuete del sonno, del bere e del mangiare, oggetto di scherno, di vergogna o di terrore. L’amore, non altrimenti della danza delle Menadi e del delirante furore dei Coribanti, ci trascina in un universo insolito, ove in altri momenti è vietato avventurarci, e dove cessiamo di orientarci non appena l’ardore si spegne e il piacere si placa. Avvinto al corpo amato come un crocifisso alla sua croce, ho appreso sulla vita segreti che ormai si dileguano nei ricordi, per opera di quella stessa legge che impone al convalescente guarito di dimenticare le verità misteriose del suo male; al prigioniero, una volta libero, di obliare la tortura, e al trionfatore la gloria, quando l’ebbrezza del trionfo è svanita.
A volte, ho sognato di elaborare un sistema di conoscenza umana basata sull’erotica: una teoria del contatto, nella quale il mistero e la dignità altrui consisterebbero appunto nell’offrire al nostro Io questo punto di riferimento d’un mondo diverso. In questa filosofia, la voluttà rappresenterebbe una forma più completa, ma anche più caratterizzata dei contatti con l’Altro, una tecnica in più messa al servizio della conoscenza del non Io. Anche nei rapporti più alieni dai sensi, l’emozione sorge o si attua proprio nel contatto: la mano ripugnante di quella vecchia che mi sottopone una supplica, la fronte madida di mio padre nei suoi ultimi istanti, la piaga detersa di un ferito, persino i rapporti più intellettuali e più anodini si istituiscono attraverso questo sistema di segnali del corpo.
[…] Con la maggior parte degli esseri umani, i più lievi, i più superficiali di questi contatti, bastano o persino superano l’attesa; ma se essi si ripetono, si moltiplicano attorno a un unico essere sino ad avvolgerlo interamente; se ogni particella del colpo umano si impregna per noi di tanti significati conturbanti quante sono le fattezze del suo volto; se un essere solo, anziché ispirarci tutt’al più irritazione, piacere o noia, ci insegue come una musica e ci tormenta come un problema, se trascorre dagli estremi confini al centro del nostro universo, e infine ci diviene più indispensabile che noi stessi, ecco verificarsi il prodigio sorprendente, nel quale ravviso ben più uno sconfinamento dello spirito nella carne che un mero divertimento di quest’ultima».
Marguerite Yourcenar, “Memorie di Adriano”, da: “Animula vagula blandula”

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IL MITO DI UN AMORE INFELICE E NON CORRISPOSTO: APOLLO E DAFNE

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Racconta la leggenda che Apollo, fiero di avere ucciso il mostruoso serpente Pitone, incontrato Eros mentre era intendo a forgiare un nuovo arco, si burlò di lui e del fatto che non avesse mai compiuto delle azioni degne di gloria.
Il dio dell’amore, profondamente ferito dalle parole di Apollo, volò in cima al monte Parnaso e lì preparò la sua vendetta: prese due frecce, una ben acuminata e dorata, destinata a far nascere la passione, che scagliò con violenza nel cuore di Apollo ed un’altra, spuntata e di piombo, destinata a respingere l’amore, che lanciò nel cuore di Dafne.Dafne era una giovane e deliziosa ninfa che viveva serena passando il suo tempo a deliziarsi della quiete dei boschi e del piacere della caccia.
Da quel giorno Apollo iniziò a vagare disperatamente per i boschi alla ricerca della ninfa, fino a quando non riuscì a trovarla. Alla sua vista Dafne, scappò impaurita e a nulla valsero le suppliche del dio che gridava il suo amore e le sue origini divine per cercare di impressionare la giovane fanciulla. Dafne, terrorizzata, scappò tra i boschi ma accortasi che la sua corsa era vana, in quanto Apollo la stava per raggiungere, invocò la madre Gea, pregandola di mutare il suo aspetto perché tanto dolore e paura le stava procurando.
La madre Gea, ascoltò la sua preghiera e così iniziò a rallentare la corsa della figlia fino a fermarla e contemporaneamente a trasformare il suo corpo: i suoi capelli si mutarono in fronde leggere; le sue braccia si levarono alte verso il cielo diventando flessibili rami; il suo corpo aggraziato si ricoprì di corteccia; i suoi delicati piedi si tramutarono in robuste radici ed il suo volto, rigato di lacrime, svaniva nella cima dell’albero. Dafne si era trasformata in un leggiadro e forte albero che prese il nome di LAURO (dal greco dafne = lauro).
La trasformazione era avvenuta sotto gli occhi di Apollo che disperato, abbracciava il tronco nella speranza di riuscire a ritrovare la dolce Dafne.
Il mito di Apollo e Dafne rappresenta un amore infelice e non corrisposto, che nasce non a causa dei diretti protagonisti ma per un volere superiore, che nel mito è Eros e nella vita è il destino. Destino che può portare ad amare chi viene rifiutato ed a rifiutare chi ama. Ma tale destino trova origine nelle prime esperienze affettive di ognuno di noi.

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L’AMORE CONCRETO E CINICO AI TEMPI DELL’ANTICA ROMA

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Giove, dall’alto, ride dei falsi giuramenti degli amanti.

Ovidio

Nel mondo latino è diverso il contesto, sociale e culturale, e diversa è la visione dell’amore. Roma è il centro del mondo, e la religione cristiana interverrà a trasformare completamente la concezione della vita. Rimane in principio una visione di Venere (l’Afrodite greca) come personificazione sia dell’amore sia della fertilità, e come principale antidoto alle liti e alla guerra, poiché ritorna l’immagine di Marte che si placa solo nel suo grembo,1 e tuttavia l’immaginario e i valori inesorabilmente si trasformano, e l’attenzione si sposta altrove. Nella Roma imperiale il matrimonio è visto come condizione naturale dell’amore, poiché garantisce la procreazione e la continuazione della stirpe.2

Non siamo molto distanti per certi versi dal contesto attuale, in cui il modello sociale, culturale e di tradizioni, educa sempre a un desiderio: un buon matrimonio, felice, d’amore, stabile. Per quanto al giorno d’oggi si possa discutere dell’aspirazione al matrimonio, in quanto contratto legale in qualche modo pieno di “falle”, il modello percepito in questo momento storico è dell’aspirazione a un rapporto di coppia stabile, che sia amore assoluto, a supplenza delle certezze che mancano in tutti gli altri aspetti della vita, con la labilità del momento storico stesso. Ciò influenza naturalmente anche l’idea che possa esistere la metà complementare del proprio Io, come dicevamo poc’anzi del mito raccontato da Platone per bocca di Aristofane.

I poeti d’amore dell’epoca imperiale sono gli elegiaci, in cui ritroviamo la lirica amorosa di esaltazione e sofferenza introdotta da Catullo. Essi cantano proprio l’aspetto di questa sofferenza prolungata, di asservimento alla donna, la domina, capricciosa e infedele, che istiga la gelosia e non si concede facilmente. L’immagine ricorrente è quella di un poeta che deve inneggiare alla donna nonostante questa lo rifiuti. In questo panorama emerge Ovidio, perché innanzitutto era più interessato alla natura dell’amore e alla sua concretezza, piuttosto che alla moralità, e per l’attualità che caratterizza una sua opera in particolare, i Rimedi per l’amore.

Ovidio è uno degli ultimi grandi poeti dell’era classica, ma ha una produzione in profondo contrasto con l’epoca, poiché osserva senza pudori le due facce della stessa medaglia: da un lato una Roma colta e raffinata, imperniata sull’istituto del matrimonio, dall’altro la reazione ai costumi imposti dalla tradizione del mos maiorum, e perciò pratiche più libertine, anche se nascoste. Ha un atteggiamento ironico e a tratti beffardo, ben distante dall’idealismo di Platone di 400 anni prima. Nei due libri Amori e L’arte di amare, cerca di insegnare agli amanti come ottenere un’unione armoniosa, serena e che rechi piacere, senza che si instaurino rapporti di dipendenza, e di conseguenza profondo malessere per uno dei due partner. Alcuni di questi consigli sono ancora oggi perle di saggezza: evitare le critiche, lodare sempre il partner per le sue qualità migliori. Siamo in un’epoca in cui evidentemente l’amore è conflittuale, e risulta essere per molti una forza distruttiva.

Negli Amori parla di una donna, ma i versi non vanno ad esaltare lei, o l’esperienza amorosa, dando piuttosto un punto di vista ironico e distaccato sulle vicende amorose. I temi tradizionali vengono ribaltati: Ovidio vive i tormenti della gelosia, ma chiede all’amata di nascondergli i tradimenti, più che di essergli fedele; giunge ad amare due donne contemporaneamente; l’amante è visto come un soldato, e l’amore come una battaglia, non mancando riferimenti alle battaglie notturne, e ai corpo a corpo amorosi. L’amore non è più un sentimento di origine divina, ma un gioco sottile della mente, un’attrazione erotica, un misto di intelligenza e oscenità, astuzia e irriverenza. L’ironia è l’arma preziosa di Ovidio, quella che lo rende così attuale e vicino alla sensibilità moderna.

Con lo stesso tono distaccato, ne l’Arte di amare Ovidio si fa praeceptor amoris, come un insegnante che raccoglie i suoi precetti in un manuale su quest’arte, che va intesa come arte di seduzione e conquista delle donne, nonché come arte di far durare l’amore, con frecciate ironiche alla morale tradizionale e una più o meno velata esaltazione della vita libertina. Il modello più frequente della poesia è quello predatorio della caccia, ma l’oggetto della caccia è il sesso. Ovidio consiglia di non innamorarsi, ma di vivere l’amore come un gioco. Per questo dunque ammette anche il tradimento, che evidentemente era elemento inestricabile della società in cui viveva. Il poeta specifica che si tratta di consigli per le liberte, le schiave, le cortigiane, e non per matrimoni e per le donne perbene, ma gli rimane addosso un’immagine libertina, con il dubbio che si tratti di un dovere politico-sociale per ripulire la propria immagine pubblica.

L’arte di amare per Ovidio è anche Arte di ingannare, e scrive:

L’arte di ingannare

Devi recitare la parte dell’innamorato e parlare come uno che spasima;

con ogni mezzo devi ottenere che lei creda questo.

E non è difficile: ogni donna pensa di meritar l’amore;

sia pur bruttissima, ognuna si crede piacente.

Prometti senza timori: le promesse attraggono le donne;

e di ciò che prometti chiama a testimoni tutti gli dei che vuoi.

Giove dall’alto ride degli spergiuri degli amanti

e ordina ai venti eolii di disperderli a vuoto.

Giove era solito giurare il falso sullo Stige

a Giunone; ora è propizio a chi segue il suo esempio.

Conviene che esistano gli dei, e dunque, se conviene, crediamo

che esistono.3

Una sorta di appendice agli Amori, è Remedia amoris, un piccolo poema didascalico, traducibile come “Rimedi per l’amore”: e già non è chiaro se si intenda rimediare ai problemi dell’amore, o se si intenda rimediare all’amore stesso, intendendolo quindi come un problema in sé, da cui guarire. Ovidio offre in realtà consigli e strategie per evitare di farsi coinvolgere troppo dall’amore. Vuole insegnare, in particolare ai giovani, come evitare di idealizzare il partner che amano, come comportarsi quando l’amore causa sofferenze e sventure, e come liberarsi di un amore quando non interessa più, perché comincia a fare male. Si tratta di consigli pratici e universali, con i quali si possono evitare i suicidi per “mal d’amore”.

Ad esempio, per lasciare il partner consiglia di uscire dalla relazione prima che il sentimento diventi troppo intenso, e quindi ad esempio concentrare i propri pensieri sui difetti fisici del partner e sui disagi causati dalla relazione, cercare di avere rapporti intimi non soddisfacenti. Per non sentirne la mancanza dopo la rottura, e per dimenticare la relazione, è meglio tenersi quanto più occupati possibile, con numerosi interessi, o con almeno uno impegnativo, ad esempio lavorando o viaggiando; sottolinea anche che è importante cercare di evitare i luoghi che possano avere qualche relazione col proprio amore, o eventi e luoghi in cui sono presenti delle coppie. È importante innanzitutto un distacco totale, evitando ogni contatto con l’ex, la sua famiglia e i conoscenti comuni. Bisogna cercare di non parlare per quanto possibile delle proprie relazioni non appena finiscono, e quando si prova a spiegare le ragioni della rottura, è meglio evitare di scendere nei dettagli. Se si sa di doverlo rivedere evitare di farsi belli per l’occasione. E ancora, dimenticare ogni possibilità futura di riallacciare una relazione con l’altro/a, distruggere lettere/ritratti, evitare rappresentazioni teatrali o poesie che idealizzano il sentimento d’amore, convincersi di non avere rivali, per evitare di incorrere nella gelosia, evitare di sostare di fronte alla casa del proprio ex, dipingendolo come un luogo in grado di portare solo sfortuna.

In poche parole, Ovidio cerca di tagliare le radici del pensiero ossessivo sulla relazione finita, eliminando sul nascere qualsiasi collegamento che possa portare a rimuginare sulla nostalgia, sulla sofferenza, sulla profondità dei propri sentimenti.

Alcune di queste regole sembrano scontate e/o irrealizzabili, eppure anche un’applicazione parziale sarebbe d’aiuto per chi soffre di maldamore, ancora oggi.

1 Lucrezio, De Rerum Natura

2 M. Foucault, Storia della sessualità, 2001, Feltrinelli

3 Ovidio, Ars Amandi

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

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ACCETTARMI E’ IL PRIMO PASSO PER COMPRENDERMI

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Se vuoi cose diverse da ciò che voglio io, per favore non cercare di dirmi che quello che voglio è sbagliato.
Se il mio modo di pensare è diverso dal tuo, per favore fai almeno un respiro prima di correggermi.
Se le mie emozioni ti sembrano più o meno intense delle tue, cerca di non chiedermi di sentirmi in un altro modo.
Se agisco, o non agisco, in maniera diversa da come avresti agito tu, per favore lasciami fare.
Non ti chiedo, almeno per il momento, di comprendermi.
Quello avverrà solo quando sarai disposto a smettere di cercare di trasformarmi in una copia di te.
Se lasci che io abbia i miei desideri, le mie emozioni, il mio modo di pensare e di agire, allora ti apri alla possibilità che un giorno il mio comportamento non sembrerà così sbagliato.
E forse ti potrà addirittura apparire giusto per me.
Accettarmi è il primo passo per comprendermi.
Questo non significa che tu debba adottare le mie modalità, ma ti chiedo di non essere più irritato o deluso per il mio modo di essere.
Un giorno, forse, nel cercare di capirmi, arriverai a trovare valore nelle nostre differenze.
E allora, anziché tentare di cambiarmi, vorrai preservare questa diversità perché l’amerai.
Io posso essere il tuo partner, il tuo genitore, tuo figlio, il tuo amico, il tuo collega.
Ma qualunque sia la nostra relazione, so per certo che tu ed io siamo fondamentalmente diversi e unici e ognuno di noi deve suonare la propria musica.
David Keirsey

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NELLA NOSTRA VITA ABBIAMO 2 GRANDI AMORI ?

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Dicono che durante la nostra vita abbiamo due grandi amori.
Uno con il quale ti sposerai o vivrai per sempre, può essere il padre o la madre dei tuoi figli: con questa persona otterrai la massima comprensione per stare il resto della tua vita insieme.
E dicono che c’è un secondo grande amore, una persona che perderai per sempre.
Qualcuno con cui sei nato collegato, così collegato, che le forze della chimica scappano dalla ragione e ti impediranno sempre di raggiungere un finale felice.
Fino a che un giorno smetterai di provarci, ti arrenderai e cercherai un’altra persona che finirai per incontrare.
Però ti assicuro che non passerà una sola notte senza aver bisogno di un altro suo bacio, o anche di discutere una volta in più. Tutti sanno di chi sto parlando, perché mentre stai leggendo queste righe, il suo nome ti è venuto in mente.
Ti libererai di lui o di lei e smetterai di soffrire, finirai per incontrare la pace, però ti assicuro che non passerà un giorno in cui non desidererai che sia qui per disturbarti.
Perché a volte si libera più energia discutendo con chi ami, che facendo l’amore con qualcuno che apprezzi.
Paulo Coelho da: “El Zahir
In questo brano lo scrittore Coelho ripropone il dualismo che caratterizza, spesso, la scelta del partner oscillando tra ricerca di un partner che dia stabilità e la ricerca di un partner che dia passione.
Chi è in questo dualismo non riesce ad armonizzare in un unico partner stabilità e passione, e continua a ricercare sopratutto quest’ultima in un amore incompiuto del passato o in relazioni passionali del momento.

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L’IMPORTANZA DELLA MODALITÀ DI AMARE

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Di seguito riporto una poesia di Augustus Weters per descrivere quanto sia importante la modalità d’amare nelle relazioni. La modalità con cui si ama permette di superare il  logorio del tempo e della passione e permette che la relazione metta solidi radici. Nella poesia s’evidenzia quanto sia poco importante innamorarsi di dettagli fisici o aspetti similari.

“T’innamorerai,
Un giorno,
Di un paio di occhi,
Marroni,
Azzurri,
Verdi,
Non importa tanto il colore.
Di un paio di labbra,
Sottili,
Carnose,
Morbide,
Ma neanche questo importa.
Di un paio di mani,
Piccole,
Grandi,
Sottili,
Ma non hanno importanza.
Un giorno,
T’innamorerai.
Un giorno capirai,
Che non saranno due labbra a farti innamorare,
Quanto,
Invece,
Il suo modo d’amarti.

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

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AMARE E’ “APPARTENERE” A QUALCUNO

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Nel brano tiportato di seguito tratto dal film “Colazione da Tiffany” è descritto un concetto che ritengo fondamentale in ogni relazione: AMARE E’ ANCHE APPARTENENZA. Erroneamente si ritiene che l’amore si sposi con la libertà assoluta: è vero solo in parte. Amare è un equilibrio tra essere autonomi e liberi e cedere parte della propria libertà ed autonomia per appartenere all’altro.  Giorgio Gaber affermava : “L’appartenenza non è lo sforzo di un civile stare insieme. Non è il conforto di un normale voler bene. L’appartenenza è avere gli altri dentro di sé.”

“Vuoi sapere qual è la verità sul tuo conto? Sei una fifona, non hai un briciolo di coraggio, neanche quello semplice e istintivo di riconoscere che a questo mondo ci si innamora, che si deve appartenere a qualcuno, perché questa è la sola maniera di poter essere felici. Tu ti consideri uno spirito libero, un essere selvaggio e temi che qualcuno voglia rinchiuderti in una gabbia. E sai che ti dico? Che la gabbia te la sei già costruita con le tue mani ed è una gabbia dalla quale non uscirai, in qualunque parte del mondo tu cerchi di fuggire, perché non importa dove tu corra, finirai sempre per imbatterti in te stessa.”

Dott. Roberto Cavaliere

Psicologo, Psicoterapeuta

Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)

per contatti e consulenze private in studio, telefoniche o via Skype

tel.320-8573502 email:cavaliere@iltuopsicologo.it

AMORE E' APPARTENENZA

AMARE E' ANCHE SENSO DI APPARTENENZA

Pubblicato da PSICOLOGIA DELL'AMORE su Lunedì 31 luglio 2017