VENDETTA COL PORNO (REVENGE PORN)
A dettare il trend, come spesso accade, sono state le star… Ma ora l’idea di mettere su internet foto o video a luci rosse del proprio ex – il cosiddetto “revenge porn”, o “vendetta porno” – sta assumendo dimensioni preoccupanti. Tanto che negli Stati Uniti si inizia a pensare di istituire un reato ad hoc.
GLI ULTIMI CASI – Uno dei casi più recenti è quello di Jared Wolny, 24 anni, e Tessa Komer, 21, due ragazzi dell’Università della Georgia. Dopo una storia lampo, iniziata su internet e culminata in un anello di fidanzamento, la rottura ha spinto Jared a infilarsi nella pagina di Facebook dell’ex ragazza. Per metterci delle foto (della ex), ovviamente senza veli. Jared è stato arrestato a maggio, rilasciato su cauzione, e ora aspetta il processo. Meglio è andata a David Feltmeyer, 34enne di Chesterfield, Virginia: indagato per aver masterizzato su dvd un video a luci rosse della sua ex, e averne distribuite delle copie gratuite con tanto di nome, indirizzo e numero di telefono (sempre dell’ex), se l’è cavata con 90 giorni (sospesi dalla condizionale), grazie a una difesa che spiegava che “questo non è un reato, è solo uno scherzo”.
IL BUSINESS – Chi non scherza, invece, è la fiorente industria del porno su internet. Che ha immediatamente fiutato le potenzialità del nuovo “genere”, creando siti ad hoc (come revengeporn.net, o alcune sezioni su Shoosh Time). «Ma quelli sono video girati da professionisti, che fingono di volersi “vendicare” di qualche ex», spiega Kurtis Potec, 25 anni, direttore di Xtube, una delle moltissime versioni “hard” di YouTube, sulle quali chiunque può mettere il proprio video porno amatoriale. “Il problema, almeno per noi, è che ci arrivano moltissimi video con nome, indirizzo e numero di telefono della ragazza nel filmato. E sono spesso tra i più cliccati”. Solo lo scorso anno Potec ha ricevuto oltre mille richieste da parte di uomini (pochi) e donne (la stragrande maggioranza) per togliere un filmato di “vendetta porno”. “E il trend è in continua crescita, soprattutto tra gli uomini gay”.
E mentre aumenta il numero di casi, cala l’età media degli esposti alla “gogna informatica”. Alex Phillips, 17enne di La Crosse, Wisconsin, non s’è fatto scrupoli a mettere sul suo profilo MySpace le foto nude della sua ex, appena 16enne.
LA LEGGE – «Queste azioni vengono condannate come tentativi di ricatto, o diffamazione», spiega Michael Fertik, 30enne direttore di ReputationDefender, studio legale specializzato nella difesa della privacy. «Ma finché non ci sarà un reato apposito, il rischio è alto». Come difendersi? «La prima cosa da fare è, ovviamente, evitare di girare video o farsi scattare foto porno. Il revenge porn è come una malattia sessualmente trasmissibile: succede solo quando si mescolano sesso e irresponsabilità».
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