LE DONNE PREFERISCONO I CATTIVI
FONTE www.comunicaweb.it
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Al primo posto Italia e Francia con quasi 2 miliardi spesi ogni anno
La ricerca dell’amore ci fa penare, trovare un compagno di viaggio ci rende sereni o ci riempie di preoccupazioni. Ma quanto siamo disposti a spendere per la ricerca e per mantenere queste emozioni? Un sondaggio ha chiesto ai single dei 13 Paesi europei di guardarsi dentro le tasche e di fare la somma del denaro speso e investito nell’arco di un anno per tutto ciò che ha a che fare con l’amore: il primo incontro, i regali, ma anche la cura del proprio aspetto, gli aperitivi, le cene, i week end. «La tendenza oggi sempre più diffusa è quella di dedicarsi seriamente alla ricerca del partner – afferma Constantin Wiethaus, Country Manager Parship Italia –; in Italia si rileva una maggiore insoddisfazione nei confronti dei servizi “leggeri” di dating: il flirt o la relazione occasionale, la chat che consente di ottenere un risultato immediato, non rappresentano più lo stimolo principale di chi naviga nella Rete». In Europa – nel 2007 – sono stati spesi 10,36 miliardi di euro. Primi in questa classifica risultano l’Italia e la Francia, a pari merito con poco meno di 2 miliardi (rispettivamente: 1,963 e 1,958). Non badano a spese anche i tedeschi con 1,87 miliardi, seguiti dagli inglesi con 1,6 miliardi. Molto distaccata la Spagna che spende 1 miliardo all’anno. Nella lista di chi spende meno per l’amore troviamo l’Irlanda con 522 milioni, il Belgio con 309 milioni, l’Austria con 244 milioni, la Svizzera con 191 e la Norvegia con 183. Gli svedesi sfiorano i 169 milioni, non lontani dai 156 dei danesi. All’ultimo posto l’Olanda, in cui vengono investiti complessivamente solo 92 milioni. In Europa l’importo medio di spesa annuale per ogni single è pari a 260 euro. Nel complesso, sono 42 milioni i single europei attualmente alla ricerca del partner; in Italia 4,7 milioni si dichiarano attivamente coinvolti nella ricerca del partner e spendono in un anno 418,44 euro a testa. In questa cifra rientrano oltre a cioccolatini, fiori e ogni genere di regalo, sedute dall’estetista, aperitivi, cene e week end, anche le spese per il dating on line. Negli ultimi dodici mesi, gli italiani si sono impegnati di più nella ricerca di un partner con una media di 3,5 incontri. Seguiti dagli austriaci con 3 incontri e dagli svizzeri con 2,7. La percentuale più bassa spetta agli inglesi con appena 1,4 incontri. Dalla ricerca è emerso che a livello europeo, in questo momento, un single su due sta chiedendo aiuto al dating on line (un po’ meno gli italiani: uno su tre). Il 48% degli intervistati (47,30% dei single italiani) dichiara di impiegare almeno tre anni per la ricerca di un partner.
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Due partner, o tre. Ma alla luce del sole. Cresce, negli Usa, la tribù dei poliamoristi. Per i quali la monogamia è innaturale
Tilda SwintonQuando è stato annunciato che a vincere l’Oscar nella categoria della miglior attrice non protagonista era stata lei, Tilda Swinton è apparsa incredula, sul viso stampata la domanda: io? Poi è salita raggiante sul palco a raccogliere l’ambito trofeo, ma prima ha dato un bacio e un abbraccio a Sandro Kopp, un pittore tedesco di 29 anni conosciuto durante le riprese di ‘Cronache di Narnia’ e col quale la Swinton ha una relazione sentimentale. E John Byrne, l’uomo con il quale sta assieme da 18 anni? Era nella loro tenuta in Scozia, vicino a Inverness, con Xavier e Honor, i loro due gemelli di 10 anni. “John è un uomo straordinario e un padre fenomenale”, sostiene la coprotagonista di ‘Michael Clayton’. “Viviamo nella stessa casa, ma vado in giro per il mondo con un pittore delizioso”. E non ha problemi con questo tipo di ménage? “Viviamo sotto lo stesso tetto, ci amiamo e ci ameremo per il resto delle nostre vite, amiamo i nostri figli”, continua. “Quanto al resto, sono affari nostri”.Affari che inevitabilmente hanno finito invece per venire discussi e dibattuti: quando ci sono, i triangoli sentimentali vengono tenuti nascosti e raramente sbattuti in faccia a un pubblico di un miliardo di persone. Ma per Anna Wagner, segretaria in uno studio legale di Washington che chiama Jim il suo ‘partner primario’, e che ha una relazione con Timothy che a sua volta convive con Carla, la rivelazione dell’attrice quarantasettenne non l’ha sorpresa più di tanto. “Se mettiamo da parte la fama e il denaro, la relazione sentimentale di Tilda è esattamente come quella di tante persone che conosco”, sostiene. Persone come la Wagner e la Swinton si considerano ‘poliamoristi’: hanno relazioni con più di un partner senza sentirsi né dei traditori né degli ipocriti perché lo fanno alla luce del sole e con il consenso di tutti. E sono convinte di avere trovato, mentre il matrimonio e le relazioni monogame mostrano segni di tensione e di fatica, una soluzione a sua volta irta di incognite e difficoltà ma sempre più diffusa e accettata. “Quelli della mia generazione riconoscono che quando devono decidere quale tipo di famiglia vogliono creare hanno molte scelte”, conferma Diane Adams, un’avvocatessa ventottenne di New York la cui famiglia è composta da lei e da due uomini.
Secondo un sondaggio condotto dal sito di Oprah Winfrey, ben sette americani su cento sono coinvolti in relazioni aperte. Un numero forse eccessivo, il prodotto di un campione statistico non scientifico. Ma i poliamoristi crescono. Perlomeno, sono sicuramente più visibili: hanno vari siti in Rete, giornali come ‘Loving more’, gruppi di supporto, un libro che è una sorta di manifesto e che è diventato un best-seller intitolato ‘The Ethical Slut’, la sgualdrina etica. Hanno anche uno show televisivo col quale identificarsi: ‘Big Love’, la storia di un uomo (l’attore Bill Paxton) che si divide tra tre donne, altrettante case e un gran numero di figli. E ogni paio di mesi si riuniscono, nella East come nella West Coast, per scambiare opinioni, per darsi supporto, per contarsi, per partecipare a seminari che hanno titoli come ‘Tre, quattro o più’, ‘Come rivelare di essere poly’ o ‘Gestione della gelosia’.
Hugh Hefner a una festaPer il Merriam-Webster poliamori è ‘la pratica di avere più di una relazione romantica alla volta’. Una pratica entrata nel dizionario solo due anni fa ma che ha radici nei tempi biblici. “Abramo, Davide, Giacobbe e Salomone erano tutti poligami e prediletti da Dio”, ricorda Jonathan Turley, professore di diritto pubblico alla George Washington University. Diego Rivera aveva accettato che la sua donna, Frida Kahlo, avesse relazioni con altri uomini e donne, Leon Trotsky compreso. Hugh Hefner gira sempre accompagnato da almeno due girl-friends. E Warren Buffett, investitore diventato l’uomo più ricco del mondo, sino a quando – tre anni fa – gli è morta la moglie Susie, mandava auguri di Natale firmati da ‘Warren, Susie and Astrid’. Astrid? La sua seconda e molto pubblica partner.
(05 agosto 2008)
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Quando un bebe’ viene allattato al seno il cervello della mamma subisce dei cambiamenti. In particolare, aumentano nel cervello delle mamme i livelli di ossitocina, il cosiddetto ‘ormone dell’amore’. E questo aiuterebbe le mamme a stabilire un legame ancora piu’ profondo con il proprio figlio. A sostenerlo e’ stato uno studio condotto da un gruppo di ricercatori della Wareick University e pubblicato sulla rivista Public Library of Science Computational Biology. Secondo i ricercatori, il rilascio di livelli massicci di sostanze chimiche come l’ossitocina migliorerebbe i sentimenti di fiducia, amore e affetto della madre nei riguardi del proprio figlio. L’ossitocina, noto anche come ormone della fiducia e delle coccole, e’ prodotto naturalmente nell’ipotalamo, una parte del cervello grande quanto una mandorla che controlla la temperatura corporea, la sete, la fame, la rabbia e la stanchezza. L’ormone e’ inoltre coinvolto anche nel sesso e nell’attrazione sessuale e promuove sensazioni di fiducia, contribuendo a ridurre la paura. Per i ricercatori, l’ossitocina viene rilasciata nel sangue nel corso della produzione del latte materno, inondando il cervello durante l’allattamento. Ma fino ad ora non e’ mai stato scoperto come poche migliaia di cellule del cervello fossero in grado di rilasciare l’ossitocina e cambiare l’umore delle mamme. In genere, i neuroni rilasciano sostanze chimiche, come l’ossitocina, in dosi relativamente molto piccole. Ma i ricercatori hanno dimostrato che quando la mamma allatta al seno il proprio bambino, i neuroni materni rilasciano l’ormone dai loro dendriti, la parte della cellula che di solito riceve, piuttosto che mandare informazioni. Questo ulteriore rilascio di ossitocina, quindi, provocherebbe un”esplosione’ di affetto tra la mamma e il figlio. Un”esplosione’ che potrebbe spiegare il perche’ dell’esistenza di un legame speciale tra la mamma che allatta il proprio figlio al seno. (AGI)(AGI) – Washington 18 luglio –
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