SINDROME DEL SORRISO SPENTO
Psicologo, Psicoterapeuta
Studio in Milano, Roma, Napoli e Vietri sul Mare (Sa)
per contatti e consulenze private tel.320-8573502 email:cavalierer@iltuopsicologo.it
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Andare a messa per trovare marito o moglie? In fondo, la fede, non solo quella nuziale, è anche questo. Tra le motivazioni che spingono a seguire le funzioni religiose ci sarebbe infatti anche quella di trovare l’anima gemella. Con requisiti difficili da trovare altrove se non in Chiesa. Affidabilità, valori condivisi, una minore predisposizione all’adulterio.
A sostenerlo è una ricerca condotta da Jason Weeden, ricercatore dell’università statale dell’Arizona, negli Stati Uniti. Risultato? Rispetto ad altre caratteristiche come l’età, il sesso, o la ricerca di un contatto con il divino, la possibilità di trovare un compagno di vita in preghiera accanto a noi risulta, secondo Weeden, la spinta più decisiva.
L’analisi è stata condotta su oltre 22mila fedeli che frequentano il culto delle chiese cristiane americane. E nel rispetto del credo biblico “andate e moltiplicatevi”, la ricerca pubblicata sulla rivista Evolution and Human Behaviour, indica come primo fattore di scambio tra i banchi della Chiesa un’empatia particolare su come crescere i bambini, sulla famiglia e sul sesso. Una delle preoccupazioni inconsce per cui ci si innamora in Chiesa sarebbe infatti quella di minimizzare il rischio di un tradimento. Al resto, spiegano i ricercatori, ci pensa la comunità che ha un efficace ruolo di controllo e protezione per entrambi i partner.
Data: 27-09-2008
Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/44_A_Messa_in_cerca_del_partner_ideale_.php
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Tra relazioni contrastate e passioni non corrisposte, le pene d`amore hanno tormentato l`anima e il corpo di amanti di tutte le epoche: i medici dell`Inghilterra elisabettiana avevano addirittura identificato una vera e propria patologia con tanto di sintomi e terapie. È quanto emerge dalle ricerche di Lesen Dawson, studiosa dell`Università di Bristol.
Dawson afferma che lettere, diari, ricette mediche, testimoniano che uomini e donne tra il sedicesimo e il diciassettesimo secolo credevano che l`intensità della loro passione erotica li esponesse a gravi rischi per la salute fisica.
Gli studiosi dell`epoca credevano che la frustrazione sentimentale comportasse un aumento della temperatura corporea e della tensione a cui il corpo è sottoposto. Gli anatomisti riferivano di aver visto nei cadaveri sezionati di individui che pensavano fossero morti per troppo amore, cuori letteralmente “bruciati” e diversi danni fisici.
I personaggi shakespeariani hanno, però, qualche consiglio da elargire a un moderno Romeo dal cuore infranto: per guarire le pene d`amore bisogna mantenersi occupati, fare attività fisica o confessare la propria passione a un amico. Anche musica e viaggi sono considerati ottimi espedienti per distogliere da un`insana passione. Ma non è tutto. I medici elisabettiani ritenevano che il rimedio migliore per sanare le ferite d`amore fosse il sesso.
La medicina del tempo era infatti convinta che l`attività sessuale permettesse all`innamorato infelice di espellere umori e liquidi che altrimenti avrebbero finito per infettare anima e corpo. Niente salassi, clisteri, diete particolari o quadri astrali, quindi. Quando l`oggetto del desiderio rifiutava il corteggiamento, meglio ripiegare in fretta su altri obiettivi.
Data: 21-10-2008
Fonte e articolo completo:http://salute24.ilsole24ore.com/salute/lei_e_lui/774_Tra_pizzi_e_sottane:quando_il_sessocurava_il_mal_d_amore.php
WASHINGTON – Gli adolescenti e le adolescenti americani che guardano molto sesso alla tv – show come “Sex and the city” a esempio – fanno due volte tanto l’amore di quelli che non lo guardano, e provocano il doppio delle gravidanze. Lo riferisce l’autorevole rivista Pedriatics della Accademia di medicina infantile che dal 2001 al 2004 ha condotto una ricerca su 2.000 ragazzi e ragazze dai 12 ai 17 anni.
IL RUOLO DELLA TV – Secondo i ricercatori, più sesso, o anche solo più dibattiti su di esso vengono trasmessi alla tv, più i giovani finiscono per praticarlo. Anita Chandra, la direttrice della ricerca, ricerca che ha destato molto scalpore, ha ammonito che l’aumento delle gravidanze tra le teenagers è dovuto soprattutto «al forte contenuto sessuale di alcuni programmi tv», e ha citato anche «Friends» e »That ’70 show» nonchè altri sceneggiati. Nei quattro anni della nostra ricerca, ha protestato la Chandra, «lo abbiamo visto raddoppiare e farsi sempre più esplicito. Il risultato è che molti ragazzi e ragazze diventano sessualmente attivi prima del normale».
GRAVIDANZE E PICCOLO SCHERMO – La direttrice della ricerca di Pediatrics ha ammesso che altri fattori possono influire sul comportamento sessuale dei teenagers, ma ha insistito che «il legame tra le gravidanze e la tv è innegabile». La nostra cultura, ha asserito, esalta il sesso, i media soprattutto, alla tv lo si vede anche nei cartoni animati: «Le famiglie devono verificare quali show i figli seguono e spiegare che il sesso può portare a gravidanze non volute e malattie. E la tv deve moderarsi da sola, senza cadere nella censura». Anita Chandra ha spiegato di avere analizzato i 23 show preferiti degli adolescenti e delle adolescenti americane e di avere scoperto che nel corso di un anno «si vedono centinaia di scene e si sentono centinaia di dialoghi titillanti». E ha suggerito altre ricerche per rimediare al fenomeno. Ma le sue conclusioni, riportate in prima pagina dal Washington Post, le prime del genere, hanno innescato accese polemiche sulla libertà sessuale dei giovani. Il governo Bush ha cercato di contenerla finanziando con un miliardo di dollari corsi sull’astinenza nelle scuole, nelle chiese ecc. Governatori come Arnold Schwarzenegger in California hanno reso invece obbligatorio l’insegnamento del sesso. Nessuno tuttavia ha riscorso un grande successo: Kalleen Kaye della Campagna per la prevenzione delle gravidanze non volute delle teenagers ha lamentato che «la situazione sta peggiorando». Il problema non è limitato alle minori di 18 anni: in America, quasi un terzo delle nascite è dovuto alle «single», le ragazze madri.
03 novembre 2008
Fonte e articolo completo:http://www.corriere.it/salute/08_novembre_03/sesso_in_tv_aumento_attivita_sessuale_teenager_usa_6421649e-a9cb-11dd-bcaf-00144f02aabc.shtml
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Non ci innamoreremmo mai di un termosifone né usciremmo mai con una stufa, ma forse è giusto sapere che non sarà più possibile dopo una stretta di mano un po` freddina rispondere “mani fredde cuore caldo”. Secondo una ricerca dell`Università di Yale, che sarà pubblicata oggi sulla rivista Science, il calore corporeo guida l`interpretazione dei nostri sentimenti nei confronti degli altri e quindi una mano calda può essere d`aiuto.
Quella persona è fredda. Per un proverbio che se ne va, un`altra espressione tipica resiste. Quando si dice di una persona distaccata e un po` scostante che è fredda non si sbaglia. Lo stesso quando si definisce “calda” una persona cordiale e socievole. A dimostrarlo gli esperimenti dei ricercatori. Anche un cappuccino o un thè bollente possono fare la differenza. I test hanno dimostrato che è più facile giudicare positivamente al primo sguardo una persona che sorseggia una bevanda calda, rispetto a una che ne manda giù una con ghiaccio.
Sconosciuti in ascensore. Per provare la loro ipotesi gli esperti di Yale, guidati dallo psicologo Lawrence Williams, hanno preparato un percorso per i partecipanti al test: dovevano arrivare al quarto piano per raggiungere il laboratorio e nel frattempo prendere un ascensore nel quale incontravano un ricercatore in incognito e un po` maldestro, che chiedeva un aiuto per reggere una bevanda calda o una fredda. Arrivati nel laboratorio dovevano rispondere a un questionario su un soggetto immaginario. I ricercatori hanno scoperto che chi aveva tenuto tra le mani una tazza di caffè caldo descriveva la persona come socievole e generosa, al contrario chi aveva portato su una bevanda fredda definiva la stessa persona egoista e antisociale.
Data: 24-10-2008
Fonte e articolo completo: http://salute24.ilsole24ore.com/salute/mentecorpo/816_M_ama_o_non_m_ama_�_una_questione_di_mani.php
Fonte e articolo completo:
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Luna di fiele – A fare fede, spiegano gli psicologi, il boom di richieste di aiuto agli psicologi, praticamente subito dopo le nozze. Le aspettative sono troppo elevate, e la vita coniugale porta a un traumatico esaurimento, fatto di quotidianità e di litigate impreviste.
Pentite delle nozze – “Dopo tutta la pianificazione e l’eccitazione del grande giorno – dicono i medici – un numero crescente di spose entrano in sofferenza post-nuziale”. E una coppia su dieci comincia addirittura a ripensarci, prova rimorso per il grande passo appena compiuto, diventa triste. Una statistica calcolata sugli Stati Uniti, ma che secondo gli esperti si può applicare tranquillamente anche all’Europa.
Sane litigate per poi fare pace – E Internet diventa il “muro del pianto” dove sfogare le frustrazioni: secondo lo psicologo Michelle Gannon, di San Francisco, un crescente numero di giovani spose sono alla ricerca di risposte sul matrimonio nei mille siti web nati come funghi per soddisfare questi dubbi. Ma Gannon rivolge un appello agli sposini di tutto il mondo: discutere di sesso, di denaro, o del tempo libero da passare insieme, è perfettamente normale. “Pensavate di non dover più combattere una volta all’altare? – scrive lo psicologo sul Daily Mail – Ma siete umani, è normale litigare. Piuttosto siate indipendenti, e pensate che siete voi responsabili della vostra felicità”.
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Secondo l’associazione Matrimonialisti Italiani il 60 per cento dei tradimenti coniugali avviene sul luogo i lavoro. L’età più a rischio, soprattutto per gli uomini, è compresa fra i 40 e i 50 anni, e in circa il sette per cento dei processi di separazioni e divorzio sono segnalate infedeltà di tipo omosessuale. Vi è poi la nuovissima tendenza del cosiddetto adulterio virtuale, quello che si consuma via internet.
Sono 800 mila gli italiani che passano almeno quattro ore al giorno davanti al computer, in chat. Un universo parallelo, che può regalare tentazioni irresistibili, a uomini e donne, età circa 35 anni, cultura medio-alta, in buona parte coniugati. Se navigare in rete troppo a lungo comincia a essere inserito anche in Italia tra i motivi di separazione, viene dalla Gran Bretagna la notizia della prima infedeltà virtuale per la quale è stato chiesto il divorzio: lui, David Pollard, aveva una relazione su Second Life, il più incorporeo dei tradimenti.
Quanto alla vita reale, la rete pullula di guide pratiche all’adulterio, di decaloghi “per non farsi beccare”, trucchi, sotterfugi, suggerimenti, occhio agli sms e alle email, siti (per esempio tradimento. net) e social networks dove intrecciare nuove avventure con garanzia di riservatezza, con la possibilità di selezionare il profilo del partner e di scegliere persino la durata del legame. Aumentano esponenzialmente le storie di sesso fra persone che si sono conosciute online, e si moltiplicano anche i siti che vendono alibi per adulteri.
Oggi l’infedeltà sembra essere diventata uno stile di vita, quasi una moda, un’opzione di massa e sempre più sessuologi disquisiscono di “adulterio terapeutico che fa bene all’armonia della coppia”. Da scandalo a motivo di vanto, una trasgressione veniale, sdoganata, derubricata. Quasi un diritto, un’opportunità per esprimersi, in certi casi per risarcirsi, basta scorrere le varie poste del cuore.
(1 dicembre 2008)
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