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LA CONCEZIONE DELL’ AMORE IN HEGEL

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La concezione dell’amore in Georg Wilhelm Friedrich Hegel è intricata e si inserisce nel contesto della sua filosofia dialettica e della teoria dello Spirito. Hegel esplora l’amore in relazione alla sua filosofia della storia, dell’etica e della società. Ecco alcuni punti chiave per comprendere la visione di Hegel sull’amore:

1. Amore come unione degli opposti: Per Hegel, l’amore è una forma di riconciliazione e sintesi dialettica. Nella Fenomenologia dello Spirito, Hegel descrive l’amore come un processo in cui due individui distinti si uniscono senza perdere la loro individualità. Questa unione crea una nuova unità che preserva le differenze degli individui coinvolti, ma li lega insieme in una relazione di mutuo riconoscimento.

2. Amore e riconoscimento: Hegel enfatizza l’importanza del riconoscimento reciproco nell’amore. Perché l’amore sia autentico, entrambi i partner devono riconoscere e rispettare l’umanità e l’individualità dell’altro. Questo riconoscimento è essenziale per la formazione di una relazione armoniosa e autentica.

3. Amore familiare: Nel contesto della sua filosofia dello Spirito oggettivo, Hegel esplora l’amore familiare come una manifestazione importante dell’amore etico. La famiglia rappresenta l’unità primaria della società, dove l’amore si esprime attraverso relazioni di affetto, cura e responsabilità reciproca. La famiglia è vista come la prima espressione concreta della libertà etica e dell’interdipendenza.

4. Amore e sviluppo etico: Hegel vede l’amore come un elemento fondamentale per il progresso etico e sociale. L’amore, in quanto forza unificatrice, è essenziale per la costruzione di comunità morali e politiche. Attraverso l’amore, gli individui possono superare l’egoismo e lavorare per il bene comune.

5. Amore romantico e amore etico: Hegel distingue tra l’amore romantico, che può essere passionale e transitorio, e l’amore etico, che è basato su impegno, rispetto e riconoscimento reciproco. Mentre l’amore romantico può essere un punto di partenza, l’amore etico rappresenta una forma più matura e duratura di amore, integrata nella vita familiare e sociale.

6. Amore come manifestazione dello Spirito Assoluto: Nell’ambito della sua filosofia dello Spirito Assoluto, Hegel considera l’amore come una delle espressioni più elevate dello Spirito. L’amore, in quanto unione degli opposti e forza di riconciliazione, riflette il movimento dialettico dello Spirito verso l’autocoscienza e la realizzazione completa.

In sintesi, per Hegel, l’amore è una forza dialettica che unisce gli opposti, promuove il riconoscimento reciproco e contribuisce allo sviluppo etico e sociale. L’amore familiare e l’amore etico sono fondamentali per la costruzione di una comunità morale, mentre l’amore come manifestazione dello Spirito Assoluto rappresenta una delle espressioni più elevate della realizzazione umana.

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LA RELAZIONE MADRE-BAMBINO COME MODELLO DELLA RELAZIONE DI COPPIA

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“La relazione del bambino con la madre è unica, senza paralleli, tale che una volta stabilita si mantiene inalterabile per tutta la vita come la prima e più forte relazione d’amore, e come il prototipo di tutte le successive relazioni d’amore, e questo è vero per entrambi i sessi (Freud)

 

Freud ha interpretato la relazione del bambino colla madre in termini di motivazione secondaria, vale a dire che essa è deputata a soddisfare i bisogni che gli psicanalisti definiscono primari: bisogni alimentari, di pulizia, sessuali (libido), aggressivi. La madre rappresenta l’oggetto sui cui il bambino può scaricare le tensioni provenienti dall’accumulo d’energia dei bisogni primari non soddisfatti.

Secondo tale teoria, quindi, la ricerca della vicinanza e dell’oggetto materno sarebbero finalizzate al soddisfacimento dei bisogni suddetti e non sarebbe un amore ‘gratuito’.

Le ricerche successive della teoria dell’attaccamento hanno ribaltato tale impostazione teorica.

Ha dato il via a tali ricerche H.Harlow, primatologo, che ha condotto una serie di esperimenti sui macachi che hanno un patrimonio genetico molto simile al nostro.

Un esperimento prevedeva che i piccoli macachi appena nati, venivano portati via dalle rispettive madri e rinchiusi individualmente in gabbie di ferro con allattamento al biberon. I piccoli sopravvivevano fra enormi disagi: diarrea, alterazioni del battito cardiaco, disturbi del sonno. Taluni arrivavano a morire mentre sopravvivevano meglio chi aveva trovato nella gabbia dei pezzi di stoffa che avvolgeva intorno al collo ed alla testa traendone conforto.

Successivamente vengono introdotti, in ogni gabbia, due sagome di scimmia, simili alla madre in due tipologie diverse: una composta di filo di ferro con annesso biberon ricolmo di latte, l’altra rivestita di panno morbido, ma mancante di biberon. I piccoli all’inizio interagivano con il simulacro materno di fil di ferro al fine di succhiare dal biberon, per poi trascorrere la maggior parte del tempo stretti al simulacro materno di panno morbido.

In variabili dell’esperimento in cui venivano introdotti oggetti che incutevano paura i piccoli si rifugiavano dalla madre morbida, abbracciandola al fine di trovare conforto.

Tali esperimenti ed altri hanno dimostrato che la soddisfazione dei bisogni primari come il cibo non è sufficiente alla sopravvivenza ma necessita di contatto e vicinanza con qualcosa di morbido, caldo, rassicurante, caratteristiche tipiche di una figura materna.

Anche indagini successive di Spitz sui bambini istituzionalizzati (in orfanatrofi o ospedali), quindi, privi di contatti materni hanno dimostrato come tali privazioni comportavano difficoltà ed ostacoli nella crescita e nello sviluppo.

Conclusioni: il bisogno d’affetto è forse ancora più importante di quello del cibo, permette di esistere ancor più dell’alimentazione.

 

Dott.ssa Rosalia Cipollina